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Come trovare un corto circuito con tester

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Hai un problema elettrico in casa e stai cercando di ripararlo con le tue forze? Vuoi provare a capire come funzionano i vari apparecchi elettrici che possiedi? Allora saper utilizzare il tester è assolutamente fondamentale perché, con un solo strumento, ci puoi fare davvero tantissime cose.

La sua grande varietà di possibili utilizzi però, lo rende anche un po' complesso da comprendere e saper sfruttare, poiché servono alcune nozioni base di elettrotecnica. In quest'articolo voglio insegnarti come trovare un corto circuito con tester e, più in generale, come usare questo utile strumento a 360 gradi..

Prima di cominciare però, ci tengo a sottolineare che l'elettricità non è affatto un gioco, in quanto può causare danni gravi o persino letali a chi cerca di operare impropriamente con essa. Dai 220 V a salire (a volte anche con voltaggi minori), le conseguenze causate dall'elettrocuzione possono essere fatali quindi, se non sei esperto in materia, ti suggerisco di chiamare un tecnico competente.

Indice

Come usare il tester digitale

Iniziamo a vedere come usare il tester multimetro digitale, ovvero quello più diffuso in assoluto ai giorni nostri e che ha soppiantato l'analogico.

Come usare il tester elettrico per trovare un corto circuito

multimetro

Iniziamo dal caso più classico che si può verificare in casa, ovvero il salvavita (differenziale + magnetotermico) che scatta perché un qualche elettrodomestico va in dispersione o in corto circuito. In questo caso, non è sempre facile andare a individuare visivamente il problema, in quanto potrebbe essersi rotto qualcosa dentro la lavatrice, il frigo o chissà che altro, in una posizione inaccessibile alla vista.

Per rimuovere ogni dubbio in fretta, il tester potrebbe essere la soluzione ideale. Infatti, con questo strumento, puoi andare a provare con mano se effettivamente c'è qualcosa che sta creando il problema, facendo una ricerca guasto ben fatta.

Il multimetro (o tester) ha diverse funzioni al suo interno e sono la misura del voltaggio, la misura dell'amperaggio, la misura della resistenza e la prova di continuità. Ovviamente a queste se ne possono aggiungere delle altre per modelli più avanzati, ma la base rimane quella indicata.

Siccome la misura del voltaggio e l'amperaggio si commentano da sole e, al momento, non ci interessano, passiamo direttamente a misura resistenza e prova di continuità. La misura della resistenza (indicata dal simbolo Ω), serve per provare quanto è il valore resistivo che intercorre tra due punti.

Immagino tu non ne sappia molto di più adesso, ma cercherò di semplificare le cose. Se prendiamo una lampadina a incandescenza, essa funziona con una semplicissima resistenza frapposta tra fase e neutro. La fase è il cavo che porta i 220 V, mentre in neutro quello che esce dall'utenza. Potremmo vederlo un po' come il lavandino di casa, con il tubo da dove arriva acqua come fase e lo scarico come neutro.

In mezzo a queste due cose c'è una resistenza, la quale utilizza la forza dell'energia elettrica per diventare incandescente e fare luce (da qui lampade a incandescenza). Ora, se invece della resistenza ci fosse un filo normale a collegare direttamente fase e neutro, si parlerebbe di corto circuito, un evento distruttivo che non deve assolutamente accadere. Fase e neutro non devono mai toccarsi direttamente, vengono collegate solo dall'utilizzatore.

Per questo vi sono i famosi salvavita (composti come detto da magnetotermico e differenziale), i quali servono a proteggere la casa da eventi pericolosi. Se si verifica un corto circuito, scattano e tolgono corrente alla casa. Ma come individuarlo con il famoso multimetro?

Utilizzando la misurazione della resistenza tra fase e neutro. Per predisporlo, prendi il tester e colleghi il puntale rosso nell'ingresso rosso e quello nero nel nero. Se hai più ingressi, usa quello con la scritta Com insieme a quello col simbolo Ω. Fatto questo, posiziona il selettore a rotella su una delle opzioni di misura che recano il simbolo Ω e poi collega i due puntali alla spina del tuo dispositivo. L'ordine è irrilevante ma assicurati di toccare la parte metallica dei due spinotti esterni, non quello centrale.

Durante l'operazione, tieni la spina lontana da qualsiasi superficie e assicurati di non toccare con le tue mani o con qualunque altra cosa la parte metallica dei puntali del tester. Effettuando la misurazione, lo schermo del dispositivo dovrebbe darti un valore di resistenza molto alto, nell'ordine di migliaia o centinaia di migliaia di ohm. Se invece il risultato è molto basso, allora probabilmente hai trovato il corto circuito.

Questo metodo di misura però, non è sempre affidabile al 100% in quanto potrebbe essere influenzato da fattori esterno o interni dispositivo che non sono conosciuti. Inoltre non è applicabile se si tratta di elettrodomestici complessi, attivati da controlli digitali o comunque con più di un semplice bottone ON/OFF

Per questo, al fine di verificare se effettivamente sei riuscito a trovare un corto circuito con tester, prova a riattivare il salvavita col suddetto componente disconnesso dalla rete. Se non scatta, hai trovato il problema. Vuoi essere certo al 100%? Stacca corrente, inserisci la spina e prova a ridare corrente. Se scatta nuovamente, allora non ci sono più dubbi. Durante l'operazione, stai pronto a staccare tu la corrente nel caso il dispositivo facesse qualche cosa di strano, tipo fumo o scintille e presta molta cautela.

Se invece il dispositivo va in dispersione (ovvero l'isolante ha ceduto e scarica corrente verso terra), puoi misurare la resistenza tra lo spinotto esterno (provali entrambi) e quello centrale. In alternativa, usare la prova di continuità la quale viene indicata con simboli variabili sul selettore, ma riconoscibile perché il tester emette un suono quando i puntali si toccano. Usa questa funzione per provare se c'è continuità tra fase o neutro e terra. In ogni caso, solo la prova di cui ti ho parlato poco fa (provare se scatta il salvavita) ti potrà dare la sicurezza assoluta del guasto.

Come usare il tester per vedere se passa corrente

tester

Per vedere se passa corrente, il procedimento è simile a quelli già visti in precedenza, ma il risultato fornito è sicuro al 100% (a patto di aver eseguito bene il test). Il metodo è quello che ti ho descritto nelle ultime righe del paragrafo precedente, ovvero utilizzare la prova di continuità con bip sonoro del multimetro.

In questo modo, collegando un puntale (per esempio) all'estremità di un filo e l'altro puntale all'altro lato, se senti il “bip” significa che il cavo non è interrotto. Anche qui, attenzione a non toccare con le dita o con qualunque elemento esterno i puntali o il cavo. Il tuo corpo conduce elettricità, quindi sentiresti il “bip” anche in caso d'interruzione della linea.

Come usare il tester per vedere se passa corrente 12V? Non cambia nulla il voltaggio, la prova di continuità serve per vedere se può passare corrente tra due punti quindi, una volta alimentato, se hai elettricità in arrivo essa potrà passare attraverso l'elemento provato. Se però vuoi sapere come vedere se arriva corrente, allora te lo spiego nel prossimo capitolo.

Come usare il tester per le batterie

tester

Per provare le batterie o per verificare se hai corrente in entrata (che poi sarebbe voltaggio), basta usare il voltmetro che sicuramente ha il tuo tester. Esso è indicato dalla sezione di numeri racchiusa sotto la lettera V, la quale indica appunto i volt.

Nel caso delle batterie, imposta il selettore su un valore di V molto basso (appena superiore ai volt della batteria) e poi tocca con i due puntali le due estremità o lamelle della batteria stessa. Anche qui dovrai connettere i cavi coi puntali ai giusti ingressi (se ne hai più di uno), i quali dovrebbero essere quelli indicati con V e Com.

Una volta disposto il tutto, a schermo ti dovrebbe apparire un valore di volt variabile, a seconda dello stato di carica della tua batteria. Se, per esempio, la pila è da 12V, allora dovrebbe comparirti un numero uguale o leggermente superiore per indicare che è carica. Se è scarica, restituirà un qualunque numero inferiore a 12. Le batterie devono sempre dare il loro voltaggio nominale perché, una variazione anche minima in difetto, potrebbe essere sufficiente per non far lavorare lo strumento che alimentano.

Se invece vuoi vedere se “arriva corrente” (termine improprio ma usato comunemente) nella presa di casa tua (per esempio), devi impostare il selettore del tester su un valore che sia uguale o appena superiore a 220V e inserire i puntalini nei due buchi esterni della presa di corrente. Lo schermo dovrà quindi segnare 220V circa (piccole variazioni su voltaggi più alti sono meno influenti). Stai molto attento, se toccherai con il dito il puntale di metallo durante l'operazione, prenderai la scossa con rischi anche letali per te stesso.

Come usare il tester analogico

tester analogico

Il tester analogico funziona esattamente allo stesso modo di quello digitale, con possibilità di misurare resistenze, tensioni, ampere, continuità e altro ancora. La vera differenza sta nella visualizzazione dei risultati, indicati su una lancetta piuttosto che da numeri. Il problema di questo tipo di strumento sta nel fatto che siano più complessi da leggere, in quanto hanno delle scale di valori ricchissime d'informazioni e differenti da modello a modello.

Purtroppo io non posso sapere quale rappresentazione grafica ha il tuo, quindi non ho molte indicazioni da darti al riguardo. Quello che posso dirti è che vale lo stesso discorso fatto per quello digitale, per comprendere i risultati, non posso che suggerirti di leggere il manuale d'istruzioni perché sicuramente ha le informazioni che cerchi.

Salvatore Aranzulla

Autore

Salvatore Aranzulla

Salvatore Aranzulla è il blogger e divulgatore informatico più letto in Italia. Noto per aver scoperto delle vulnerabilità nei siti di Google e Microsoft. Collabora con riviste di informatica e cura la rubrica tecnologica del quotidiano Il Messaggero. È il fondatore di Aranzulla.it, uno dei trenta siti più visitati d'Italia, nel quale risponde con semplicità a migliaia di dubbi di tipo informatico. Ha pubblicato per Mondadori e Mondadori Informatica.