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Come funziona l’algoritmo di YouTube

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Un po' tutti vorrebbero conoscere i “segreti” delle grandi piattaforme del Web, di quegli algoritmi che gestiscono le modalità di visualizzazione che influenzano il nostro quotidiano. Questo sia per curiosità che per comprendere in che modo portare tutto a proprio vantaggio.

Se il tuo intento è il secondo, mi dispiace tuttavia farti sapere che non esistono “metodi magici” per inserirsi negli odierni algoritmi, dato che ciò che è possibile fare, al massimo, è semplicemente ottimizzare un contenuto di qualità. Tuttavia, se invece ti stai chiedendo come funziona l'algoritmo di YouTube per curiosità, in quanto sei da sempre interessato a saperne di più sulla piattaforma di Google, direi che sei arrivato nel posto giusto.

Nei capitoli che seguono mi appresto infatti a scendere nel dettaglio di quanto reso noto nel corso degli anni in merito al “dietro le quinte” di quello che in molti ritengono essere il servizio per vedere video per eccellenza. Credimi: il passare degli anni, nonché una sensibilità sempre più importante anche a livello europeo in materia di gestione dei dati, hanno fatto diventare note un buon numero di informazioni che magari fino a qualche anno fa sarebbero risultate “tabù”. Qui sotto puoi trovare tutti i dettagli: detto questo, a me non resta altro da fare, se non augurarti buona lettura!

Indice

Il funzionamento dell'algoritmo di YouTube

Dato che ti stai chiedendo come funziona l'algoritmo di YouTube, ritengo sia giusto scendere nel dettaglio esclusivamente dei principali aspetti della piattaforma trattati a livello ufficiale, ovvero spiegati direttamente da figure legate a Google in contesti come eventi o comunque interventi sul Web. Così facendo, risulta infatti possibile mettere da parte tutte le “speculazioni” che vengono puntualmente fatte relativamente al “dietro le quinte” della piattaforma, che però spesso lasciano il tempo che trovano. Quanto indicato di seguito è insomma basato unicamente su indicazioni ufficiali, che, per quanto potrebbero diventare “obsolete” col passare del tempo (considerando anche che YouTube è in continua evoluzione), risultano indubbiamente più affidabili rispetto al “sentito dire”.

Fidelizzazione

Fidelizzazione pubblico YouTube

La prima questione che va trattata è quella della fidelizzazione del pubblico, da lungo tempo ritenuta un aspetto di fondamentale importanza per la piattaforma. D'altronde, non è un caso che spesso in ambito Web si faccia riferimento all'engagement, o meglio alla relazione che un Content Creator riesce a instaurare con chi lo segue.

Nell'era del personal branding lato social, avere un pubblico fidelizzato è sicuramente fondamentale. Questo viene trasposto indubbiamente in modo importante anche a livello di algoritmo, come ricordato direttamente da MrBeast (popolare youtuber che possiede un canale con centinaia di milioni di iscritti) e Todd Beaupré (Discovery product team di YouTube dal 2014) nell'ambito dell'edizione 2022 della VidCon, l'importante convention annuale legata al mondo dei Content Creator fondata dai veterani di YouTube John e Hank Green.

In questo contesto, in presenza di una figura chiave di YouTube, MrBeast ha affermato che, tra tutte le statistiche della piattaforma, quella a cui è maggiormente solito fare attenzione è il retention rate, relativo a quanto le persone guardano i video. Più precisamente, si fa riferimento alla media della percentuale di video guardata dal pubblico. A tal proposito, MrBeast ha dichiarato di annotare sempre i punti in cui gli spettatori smettono di guardare, così da poter poi cercare di migliorare il “tasso di fidelizzazione” dei futuri contenuti.

Insomma, come già accennato in precedenza, chiaramente non esiste alcun “metodo magico” per arrivare in alto su YouTube. Lo stesso MrBeast lo ha ribadito durante la VidCon, ammettendo che i suoi video iniziali non erano un granché, ma che poi, realizzando centinaia di video e migliorando di volta in volta, è riuscito a farsi notare in modo importante sulla piattaforma. Sono però più che altro le dichiarazioni di Beaupré, figura chiave di YouTube, a risultare ancora più interessanti: “in definitiva, si cerca di capire quali video risultano più interessanti da guardare per l'utente, trovando i contenuti che amerà”. Insomma, il “tasso di fidelizzazione” è sicuramente molto importante anche per la piattaforma stessa, che ha tutto l'interesse ad avere costantemente utenti attivi.

Non è dunque un caso che sempre più Content Creator chiedano alle persone di lasciare un like, iscriversi, lasciare un commento, guardare un video fino alla fine e così via, visto che tutte queste azioni da parte dell'utenza possono potenzialmente far girare maggiormente un contenuto. Certo, il numero di variabili in gioco è importante e non ci si può di certo fermare a questo, ma è chiaro che avere una community solida sia un fattore fondamentale nel business legato alle grandi piattaforme Web. Questo ovviamente al netto di scegliere i giusti titoli e descrizioni, elementi a dir poco essenziali per far comprendere all'algoritmo a quale utenza consigliare i contenuti, ma questo è ormai risaputo da lungo tempo.

Miniature

Miniature YouTube

Non si è parlato solamente di fidelizzazione e di quanto sia importante il fatto che le persone guardino un video fino alla fine (o comunque fino a un punto importante) nella chiacchierata tra MrBeast e Todd Beaupré avvenuta alla VidCon 2022 (ritenuta da molti come una delle poche “spiegazioni serie” relative al funzionamento di YouTube, visto il coinvolgimento di una figura chiave della piattaforma), ma si è fatto riferimento, ad esempio, anche alla questione miniature.

Queste ultime rappresentano, d'altronde, insieme al titolo, la prima presentazione di un video ed è noto che l'impatto iniziale possa influenzare in modo importante le scelte delle persone. Secondo MrBeast, risulta importante far comprendere subito il contenuto del video, in modo chiaro e inequivocabile. Lo youtuber ha affermato di pensare molto alle miniature, indicando di scegliere accuratamente questo elemento.

Inoltre, MrBeast ha spiegato di tornare ogni tanto ad aggiornare le miniature dei vecchi video, così da renderle più chiare e potenzialmente maggiormente d'impatto. Questo sembra funzionare, perlomeno secondo l'esperienza del popolare youtuber. Difficile comprendere se questo può effettivamente influire sull'algoritmo, ma capisci bene che rivolgere una certa attenzione alle miniature potrebbe far confluire più persone su un video e potenzialmente creare un “circolo vizioso”.

YouTube Shorts

YouTube Shorts algoritmo

Una delle introduzioni più recenti sulla piattaforma di Google, anche se di fatto è ormai una realtà consolidata, è il formato YouTube Shorts, rappresentato da video in verticale, per certi versi in stile TikTok, che usualmente dispongono di una durata massima di 60 secondi.

In una società che si basa su vite sempre più frenetiche e su piattaforme pullulanti di contenuti, in cui può addirittura risultare complesso scegliere a cosa dedicare effettivamente il proprio tempo, anche il mondo delle grandi piattaforme Web deve per certi versi adeguarsi. Per quanto non si possa di certo decretare la fine dei contenuti lunghi, che anzi continuano a esistere e potenzialmente attrarre una buona fetta di pubblico, non sono in pochi a ritenere i formati brevi il presente e futuro di queste piattaforme.

Durante la già citata apparizione durante l'edizione 2022 della VidCon, è stato il noto MrBeast a indicare che gli Shorts sono qui per restare, invitando i Content Creator a non restare fuori da questa “rivoluzione”. Anche secondo Beaupré, Discovery product team di YouTube, questo formato ha una grande potenzialità per certi versi ancora inespressa, per quanto il numero di persone che sono solite prendere visione di video YouTube Shorts sia già particolarmente ampio. Tuttavia, la figura chiave delle piattaforma ha affermato che i formati lunghi non verranno di certo abbandonati, invitando i Content Creator a mantenere un buon equilibrio tra le due “versioni di video”.

Al netto di questo, capire gli Shorts e la “rivoluzione” in corso secondo molti può rivelarsi importante, anche per il futuro. D'altronde, rimanere al passo delle innovazioni di YouTube può sicuramente risultare interessante a livello di algoritmo. A tal proposito, è da notare che nel 2023 sul canale YouTube Creator Insider è stato pubblicato un video esplicativo in merito al funzionamento dell'algoritmo relativo agli Shorts. A svelare maggiori indicazioni ufficiali su quest'ultimo è stato Todd Sherman, Director of Shorts Product Management di YouTube.

Ebbene, nel corso della chiacchierata con lo youtuber e blogger Rene Ritchie, dalla durata di poco più di 10 minuti, Sherman ha fornito diverse indicazioni non di poco conto relativamente a questo ambito. Innanzitutto, l'algoritmo è diverso rispetto a quello dei video più lunghi. Questo non rappresenta d'altronde un mistero, visto che una volta avviata l'applicazione di YouTube basta spostarsi nell'apposita sezione Shorts per poter iniziare a scorrere potenzialmente all'infinito, passando un video all'altro. In parole povere, al contrario di quanto generalmente avviene per i video lunghi, in questo caso l'utente non conosce il video successivo.

YouTube Shorts come funzionano

Ecco dunque che alla piattaforma serve un algoritmo diverso per i consigli, nonostante chiaramente il focus di base sia sempre posto sul mostrare agli utenti video che potrebbero essere effettivamente di loro gradimento. Capisci bene che un utente che sfrutta la sezione Shorts può trovarsi a vedere centinaia di video in relativamente poco tempo, numero che diventa invece ben più contenuto quando si tratta di video con durata superiore.

Qui entra in gioco una questione interessante: Sherman ha infatti spiegato che non tutti gli scroll degli Short vengono conteggiati come “visualizzazione”. In parole povere, non basta guardare un secondo del video per far salire il contatore, cosa che avviene invece in altre piattaforme ben note. Si punta insomma su una cosiddetta soglia significativa, in modo da “verificare” che gli utenti siano effettivamente interessanti al contenuto. Insomma, ancora una volta ritorna la già approfondita questione della fidelizzazione, che non a caso ho inserito a inizio approfondimento.

Tuttavia, questa “soglia significativa” non viene resa nota a livello ufficiale e tra l'altro, a quanto pare, risulta in costante evoluzione, come d'altronde può esserlo tutto il funzionamento della piattaforma in generale. Per il resto, Sherman ha spiegato che in realtà non esiste una durata “migliore” per un video, indicando che i Content Creator dovrebbero invece pensare a prendersi il giusto tempo per raccontare la propria storia. In ogni caso, chiaramente per quel che riguarda gli Shorts c'è una durata massima “imposta” dalla piattaforma: 60 secondi.

Per il resto, il Director of Shorts Product Management di YouTube ha indicato che nel caso degli Shorts non è intento della piattaforma richiedere troppo sforzo ai Content Creator in ambito di miniature, visto che in questo formato rapido molte miniature non vengono nemmeno viste (cosa comprensibile, considerata anche la natura legata allo “scrolling” degli Shorts). Un'altra questione interessante è legata al fatto che il momento della giornata in cui si pubblicano questi video non sembra influire più di tanto sul risultato, a meno chiaramente che non si faccia riferimento a contenuti come news e simili, in cui il “tempismo” può effettivamente fare la differenza.

Anche il numero di Shorts pubblicati non influisce molto sull'ottimizzazione, mentre un aspetto su cui Sherman si è soffermato maggiormente sono gli hashtag, nonostante possa risultare complesso fornire un consiglio generale in tal senso. Il Director of Shorts Product Management di YouTube ha poi reso noto che c'è una parte dell'algoritmo che può cercare sin da subito di trovare persone interessate al contenuto. Sarà poi però l'interesse progressivo generato dal contenuto a far espandere quest'ultimo a più persone oppure a “bloccarne” la portata. In tutto ciò, è consigliabile evitare di rimuovere e ripubblicare uno Shorts (cosa che viene fatta da alcuni Creator per cercare di far raggiungere a quest'ultimo più pubblico), visto che questa pratica potrebbe essere potenzialmente vista come “spam”.

Altri aspetti della piattaforma

YouTube Kids Altri aspetti della piattaforma

Al termine di questo approfondimento basato unicamente su questioni ufficiali, ci tengo a metterti a conoscenza rapidamente anche di altri aspetti legati alla piattaforma. Infatti, è direttamente quest'ultima a mettere a disposizione delle indicazioni ufficiali in tal senso.

A tal proposito, la questione principale è relativa all'esistenza di YouTube Kids, versione della piattaforma pensata per i bambini che chiaramente ha delle apposite regole relativamente ai video che possono essere pubblicati in questo contesto. A tal proposito, ti consiglio di approfondire anche quanto indicato da YouTube in merito a Bias dannosi e non intenzionali e in generale relativamente alle Norme della community, in modo da saperne di più sulla piattaforma a 360 gradi. Quel che è certo è che la documentazione ufficiale non manca, considerando anche il fatto che il blog ufficiale di YouTube può consentirti di restare aggiornato in merito alle novità dell'algoritmo.

Per intenderci, è proprio in questo contesto che, nel 2021, è stato pubblicato un contenuto Inside YouTube legato al sistema di consigli della piattaforma. È d'altronde la stessa YouTube a indicare che quest'ultimo è in grado di spostare un quantitativo importante di visualizzazioni, superando ricerca e abbonamenti dei canali. L'obiettivo è anche in questo caso immancabilmente quello di aiutare le persone a trovare i video di loro gradimento.

Per questo motivo, si punta sulle abitudini degli utenti (sfruttando indicazioni legate, ad esempio, a clic, risposte ai sondaggi, tempo di visione, mi piace/non mi piace, condivisioni e così via), fornendo un'esperienza personalizzata (e non basata unicamente sul numero di visualizzazioni). In questo contesto, YouTube fa uso di soluzioni interne, che coinvolgono anche un team umano, per quel che riguarda gli argomenti borderline, evitando il più possibile di inserire tra i suggerimenti quelli che vengono definiti dalla stessa piattaforma “contenuti di bassa qualità” e puntando invece sull'autorevolezza.

In conclusione, vale la pena citare un discorso effettuato da Todd Beaupré, Discovery product team di YouTube dal 2014, alla già citata VidCon 2022 (a proposito: potrebbe interessarti dare un'occhiata al video integrale di un'ora pubblicato su YouTube, così da saperne di più). Infatti, quest'ultimo ha spiegato che spesso gli vengono chiesti, da persone esterne a YouTube, consigli in merito a come sfruttare in modo “vincente” l'algoritmo. Tuttavia, il suo consiglio è banalmente quello di ragionare sostituendo la parola “algoritmo” con quella “audience”.

Ad esempio, al posto di chiedersi “a che ora è meglio pubblicare un video per l'algoritmo?”, secondo Beaupré i Content Creator dovrebbero chiedersi a che ora è meglio pubblicare un video per l'audience?. In questo caso, un esempio semplice è quello di tenere in considerazione le abitudini e lo stile di vita delle persone del Paese a cui un contenuto si rivolge. Difficile infatti che un video pubblicato alle tre di notte, a meno che non ci sia di mezzo un certo tipo di pubblico, possa far interagire le persone in modo importante con un contenuto. Col passare delle ore, poi, le vicissitudini del quotidiano potrebbero impegnare l'audience e mantenerla lontana dal video. Insomma, meglio pubblicare quando c'è pubblico pronto a guardare.

Al netto dell'esempio, il consiglio del Discovery product team di YouTube vale a livello generale: al posto di realizzare i propri video cercando di soddisfare l'algoritmo, il focus principale di un Content Creator dovrebbe essere quello di cercare di soddisfare il pubblico. Se stai cercando di perseguire la carriera di Content Creator, potrebbe dunque interessarti fare tesoro di queste dichiarazioni.

Salvatore Aranzulla

Autore

Salvatore Aranzulla

Salvatore Aranzulla è il blogger e divulgatore informatico più letto in Italia. Noto per aver scoperto delle vulnerabilità nei siti di Google e Microsoft. Collabora con riviste di informatica e cura la rubrica tecnologica del quotidiano Il Messaggero. È il fondatore di Aranzulla.it, uno dei trenta siti più visitati d'Italia, nel quale risponde con semplicità a migliaia di dubbi di tipo informatico. Ha pubblicato per Mondadori e Mondadori Informatica.