Come collegare casse con filo rosso e nero alla TV
Ami spesso rilassarti davanti alla TV, guardando un bel film o la tua trasmissione preferita. L'ottima qualità dell'immagine e la grandezza dello schermo ti permettono di immergerti nella scena senza nessuna distrazione, ma l'audio non ti soddisfa appieno. Hai però a disposizione dei diffusori passivi in alta fedeltà che potresti utilizzare per migliorare questo aspetto, ma non sai bene come collegare le casse con il filo rosso e nero alla TV. Ho indovinato?
Se le cose stanno effettivamente così, non devi assolutamente preoccuparti, in quanto sei giunto proprio nel posto giusto al momento giusto. Di seguito, infatti, troverai una spiegazione dettagliata delle varie soluzioni disponibili e delle relative procedure da seguire, con tanto di esempi concreti. Non ti servirà nessuna particolare conoscenza elettronica per goderti il sonoro sulle tue nuove casse: promesso.
Qualunque siano le uscite dedicate all'audio presenti sul tuo televisore, sono certo che troveremo insieme una soluzione compatibile con le tue esigenze di spazio e organizzative. Ora, però, direi di passare ai fatti: se, dunque, hai qualche minuto da dedicarmi, a me non resta che augurarti buona lettura!
Indice
- Come collegare casse con filo rosso e nero alla TV con amplificatore
- Come collegare casse con filo rosso e nero alla TV senza amplificatore
Come collegare casse con filo rosso e nero alla TV con amplificatore

Per capire come collegare casse con filo rosso e nero alla TV, reputo necessario fare prima alcune semplici premesse tecniche, assolutamente alla tua portata, necessarie per comprendere il contesto: i diffusori acustici di questo tipo, infatti, essendo passivi, hanno bisogno di un collegamento a un amplificatore dotato di un'uscita audio idonea che consenta di alimentarli correttamente e trasmettere il segnale audio con una potenza sufficiente.
Non è pertanto possibile eseguire un collegamento diretto al televisore, in quanto l'apparecchio non dispone di tale componente. In commercio puoi trovare varie tipologie di amplificatori idonei allo scopo, dotati ossia della tipica morsettatura, nella quale è possibile inserire i cavi rossi e neri opportunamente “spellati” dalla guaina, rispettando ovviamente la colorazione degli ingressi.
Considera che deve esserci almeno 1 cm di rame nudo per poter realizzare ad arte il contatto. All'occorrenza, puoi comprare degli spinotti “a banana” per rendere il collegamento più stabile, ma solo se i morsetti sono compatibili.
Se non disponi dell'amplificatore e devi acquistarlo, nei prossimi capitoli di questa guida ti fornirò alcuni consigli specifici, tenendo conto di diverse esigenze di budget. Prima, però, è opportuno apprendere alcune nozioni di base, utili per ottenere il miglior risultato possibile combinando casse passive e amplificatore. In primis, ti consiglio di verificare i seguenti parametri.
- Impedenza — indica la resistenza elettrica della cassa e si misura in ohm (Ω). L'amplificatore deve poter supportare i valori di impedenza riportati nell'etichetta dei diffusori (ad esempio 4 Ω, 6 Ω, 8 Ω). Quelli dell'ampli non devono risultare superiori, altrimenti il passaggio di troppa corrente rischia di generare surriscaldamento o danni ai componenti elettrici delle casse.
- Potenza nominale e massima — serve a capire quanta energia la cassa può gestire in continuo senza danneggiarsi. Come regola generale, quella dell'amplificatore deve essere pari o leggermente superiore a quella nominale delle casse per contenere le distorsioni.
- Frequenze — ove possibile, assicurati che l'amplificatore possa pilotare correttamente il range di frequenze previsto dalle casse, espressa come intervallo in Hz o kHz.
Una volta appurato in che modo va effettuato il collegamento dall'amplificatore alle casse e il relativo abbinamento, è essenziale verificare anche la tipologia di uscite di cui dispone il televisore, per capire se sono compatibili con il sistema di amplificazione che intendi realizzare.
Nella migliore delle ipotesi potrai sfruttare la tecnologia HDMI, utilizzando le interfacce etichettate come ARC (Audio Channel Return) o eARC (enhanced Audio Channel Return), le quali integrano un canale di ritorno audio e supportano tecnologie come Dolby TrueHD, DTS‑HD e Dolby Atmos. In questo caso, va dunque semplicemente steso un buon cavo HDMI (almeno della categoria HDMI High Speed) fra i due connettori.
Uno step più in basso, a livello qualitativo, troviamo il collegamento ottico, che trasmette l'audio tramite luce, è a sua volta altamente diffuso, e arriva a supportare formati come Dolby Digital 5.1 e DTS 5.1. Se, dunque, entrambi i dispositivi dispongono di tale interfaccia, denominata TOSLINK e la cui forma è generalmente quadrata o leggermente rettangolare con angoli smussati, ti basterà inserire i connettori di un cavo ottico nei rispettivi ingressi per perfezionare il collegamento.

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La medesima qualità è garantita anche dal collegamento coassiale, un'altra soluzione per la trasmissione di audio digitale (sia stereo che multicanale compresso 5.1), la quale si avvale di un cavo con due connettori RCA alle estremità. L'ingresso è singolo, metallico e circolare.

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I connettori RCA analogici, adatti per una qualità stereo di base, rappresentano comunque una valida alternativa nel caso non sia disponibile l'audio digitale. Per intenderci, si tratta di cavi con i classici connettori bianco e rosso, i quali vanno inseriti rispettivamente nelle uscite Output del televisore e Input dell'amplificatore.

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Se sia il televisore, sia l'amplificatore, supportano il Bluetooth con lo stesso standard e profili audio, e prediligi comodità e pulizia visiva rispetto alla qualità audio, puoi anche eseguire l'accoppiamento dei due dispositivi seguendo la procedura prevista dal sistema operativo del televisore. Se ti occorre, ho realizzato una guida su come attivare Bluetooth sulla TV nella quale trovi alcuni utili esempi.
Come ultima spiaggia puoi anche usare l'uscita delle cuffie del televisore, ma occorre tenere presente che si tratta di un segnale analogico a basso livello, e la qualità audio risulterà dunque molto inferiore rispetto alle soluzioni finora proposte. Se non hai alternative, puoi dunque utilizzare un cavo composto da un connettore Jack da 3,5 mm stereo (da inserire nel televisore) e due connettori RCA (da inserire nei rispettivi input dell'ampli).

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Come dici? Non sei riuscito a trovare un punto di incontro fra le interfacce di uscita audio del tuo televisore e quelle in ingresso dell'amplificatore? In tal caso puoi ricorrere a degli adattatori, che permettono di convertire il segnale audio da un formato all'altro anche quando i connettori non corrispondono direttamente.
Vediamo alcuni scenari comuni nei quali ciò diventa possibile, tenendo però conto del fatto che l'utilizzo di tali soluzioni spesso introduce una perdita di qualità dovuta proprio alla conversione del segnale e alla sua compressione.
L'HDMI ARC/eARC, ad esempio, può essere facilmente convertito in segnale digitale ottico o coassiale per amplificatori che sono provvisti esclusivamente di tali interfacce. In questo caso serve un apposito estrattore audio attivo, che va dunque a sua volta alimentato, facilmente reperibile in commercio a cifre abbastanza abbordabili.

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Se l'amplificatore non ha né ingressi HDMI, né ottici o coassiali, ma dispone di interfacce RCA analogiche, puoi invece ricorrere ad appositi convertitori DAC da digitale (HDMI) ad analogico. Non mancano, comunque, soluzioni universali che possono all'occorrenza essere riutilizzate in diversi contesti.

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Per concludere, ti segnalo degli adattatori Bluetooth che, una volta collegati alla porta RCA dell'amplificatore, possono essere utilizzati per eseguire il pairing con il televisore. Questa, se ad esempio c'è una certa distanza fra i due apparecchi, può rappresentare un'ottima soluzione per evitare cablature eccessive e antiestetiche.

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Nei prossimi capitoli, come promesso, ti mostrerò le caratteristiche principali di alcune tipologie di amplificatori funzionali allo scopo, cosicché tu possa procedere all'eventuale acquisto con maggiore cognizione di causa.
Sintoamplificatore AV

Se devi acquistare l'amplificatore, puoi scegliere fra diverse tipologie di prodotti, ma possiamo tranquillamente affermare che i sintoamplificatori AV sono quelli più idonei e versatili, in quanto predisposti per elaborare i segnali audio e video in funzione di diverse esigenze di intrattenimento (film, musica, gaming) e molteplici sorgenti.

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Inoltre, spesso permettono di pilotare più casse passive, inclusi i diffusori satellite previsti in una eventuale configurazione home theater (ad esempio 5.1), grazie in particolare alla presenza di un numero maggiore di morsetti. A tal proposito, se hai bisogno di qualche suggerimento su come posizionare le casse e su come collegare home theater alla TV, ti raccomando la lettura delle guide appena linkate.
Un altro aspetto da tenere in considerazione riguarda la disponibilità di una connettività completa, che in molti casi offre la possibilità di scegliere fra ingressi HDMI con eARC, ottico e coassiale e analogico RCA.
Molti prodotti di più recente concezione, inoltre, integrano il Bluetooth e altre moderne tecnologie, come quelle per la calibrazione automatica della stanza, per l'utilizzo in modalità multiroom, e per il passaggio a differenti formati audio.
Insomma, se cerchi la migliore esperienza home cinema possibile e hai previsto un investimento un po' più corposo per collegare le tue casse passive alla televisione, allora ti raccomando vivamente di prendere in considerazione questa soluzione.
Amplificatore stereo

Se hai solo due casse passive, o al limite anche un subwoofer in una configurazione 2.1, può tranquillamente “bastare” un amplificatore Hi-Fi, che consente di ottenere un audio in alta fedeltà: magari ne hai già uno in casa, nei pressi del televisore, che utilizzi principalmente per la musica e al quale hai collegato un giradischi, un lettore CD o un dispositivo mobile per la riproduzione in streaming. Vanno bene anche i modelli stereo compatti, altresì noti come micro Hi-Fi.

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In questo caso, sarà più facile trovare ingressi analogici RCA, ottici e coassiali, in quanto come dispositivi sono pensati principalmente per la diffusione della musica: il percorso del segnale è più semplice e pulito, mentre la componentistica interna è sofisticata e guarda più alla qualità sonora in stereo. Di norma non prevede l'elaborazione in modalità surround.
Il risultato tipico è un suono migliore dal punto di vista della dinamica e del dettaglio rispetto a quanto offerto dal comparto audio del televisore, con una resa più naturale e coinvolgente, in base alle specifiche di progettazione. Verifica comunque bene il retro dell'apparecchio, perché non mancano soluzioni multicanale in grado di accogliere fino a 4 casse.
Amplificatore compatto

In commercio puoi trovare anche soluzioni economiche, non Hi-Fi, che rientrano nella categoria degli amplificatori compatti. Questi prodotti badano più alla sostanza, ma peccano sotto l'aspetto qualitativo: la componentistica (preamplificatori, condensatori, resistenze, potenziometri e così via) è infatti meno sofisticata e mira maggiormente a contenere l'ingombro, sacrificando caratteristiche come precisione, linearità e raffinatezza timbrica tipiche degli amplificatori di fascia medio/alta.

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Questo non significa che suonino male, tutt'altro: per molte applicazioni, inclusa l'amplificazione del segnale audio proveniente dal televisore, una soluzione di questo tipo può andare più che bene.
Spesso, però, le opzioni di collegamento sono limitate a quella analogica con cavi RCA, come quelli di cui ti ho parlato in un capitolo precedente, e wireless Bluetooth. Inoltre, ti raccomando di verificare con maggiore attenzione le caratteristiche di potenza e impedenza, come suggerito in un capitolo precedente, e assicurarti che siano compatibili con i diffusori acustici di cui sei in possesso.
Come collegare casse con filo rosso e nero alla TV senza amplificatore

Ti stai domandando come collegare casse con filo rosso e nero alla TV senza amplificatore, in quanto non disponi di tale dispositivo e preferiresti evitare di spendere soldi per acquistarlo? Ebbene, devo purtroppo informarti che ciò non è possibile, in quanto i televisori non forniscono potenza sufficiente per pilotare i diffusori passivi.
Il mio consiglio, se vuoi minimizzare l'esborso, è quello di rivolgerti a un modello economico come quelli suggeriti nel capitolo precedente, che hanno un costo abbordabile (all'incirca fra i 30 e i 40 euro) e sono in grado di svolgere più che degnamente il loro lavoro e migliorare nettamente la diffusione del sonoro dei televisori.
In qualità di affiliati Amazon, riceviamo un guadagno dagli acquisti idonei effettuati tramite i link presenti sul nostro sito.

Autore
Salvatore Aranzulla
Salvatore Aranzulla è il blogger e divulgatore informatico più letto in Italia. Noto per aver scoperto delle vulnerabilità nei siti di Google e Microsoft. Collabora con riviste di informatica e cura la rubrica tecnologica del quotidiano Il Messaggero. È il fondatore di Aranzulla.it, uno dei trenta siti più visitati d'Italia, nel quale risponde con semplicità a migliaia di dubbi di tipo informatico. Ha pubblicato per Mondadori e Mondadori Informatica.
