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Come denunciare chiamate telefoniche indesiderate

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Da un po’ di tempo a questa parte ricevi delle chiamate strane e un po’ inquietanti che vorresti in qualche modo denunciare alle autorità competenti. Si tratta per lo più di rumori di fondo, senza nessuna voce che dica nulla, ma comunque non hai nessun piacere nel riceverle.

Le cose stanno in questo modo, vero? Allora non hai niente di cui preoccuparti: nella quasi totalità dei casi si tratta di call center (automatizzati e non) che cercano in qualche modo di vendere qualcosa o di ottenere dei dati. Tutto quello che devi fare è non rispondere alla telefonata, bloccare il numero e segnalarlo al Garante della Privacy.

É esattamente quello che volevi sapere? Benissimo, allora non perdiamo ulteriore tempo prezioso e vediamo subito come denunciare chiamate telefoniche indesiderate con tutti i mezzi che hai a disposizione. Detto questo non mi resta altro da fare se non augurarti buona lettura e buona fortuna per tutto!

Indice

Informazioni preliminari

RPO

Prima di entrare nel vivo della questione e di vedere come denunciare chiamate telefoniche indesiderate è necessario fare qualche precisazione. Se la chiamata indesiderata proviene da quello che probabilmente è un call center (deducibile dal fatto che c’è un operatore a parlare, una voce registrata oppure dei brusii di fondo simili a quelli presenti in un ufficio) il primo passo da compiere è quello di registrarsi al Registro pubblico delle opposizioni (RPO).

Nel caso in cui non ne avessi mai sentito parlare si tratta di una lista nella quale inserire il tuo numero di cellulare o il tuo numero di linea fissa per non ricevere più chiamate di telemarketing indesiderate. L’iscrizione all’RPO, infatti, annulla i consensi alla pubblicità sottoscritti in precedenza (a eccezione degli operatori con i quali hai un contratto continuativo, come quelli delle tue utenze attive). L’iscrizione, inoltre, è gratuita e continuativa ma puoi decidere di rinnovarla per escludere dalle chiamate i nuovi consensi pubblicitari che hai accettato nel tempo trascorso dalla prima sottoscrizione.

Per iscriverti puoi leggere il mio tutorial dedicato nello specifico a come iscriversi al Registro pubblico delle opposizioni, dove trovi spiegato come procedere dal modulo Web, tramite chiamata telefonica o email.

Il registro, tuttavia, non è garanzia assoluta di cessazione delle telefonate di marketing. Questo perché ha un potere limitato sui soli centralini dell’Unione Europea. Se il centralino, infatti, è extra UE non ha l’obbligo di cancellare il numero presente sull’RPO dai suoi elenchi. In questo caso, tuttavia, puoi ricorrere a un altro metodo, come trovi spiegato nel prossimo paragrafo, servendoti del sito Web del Garante della Privacy (modulo che, tuttavia, puoi utilizzare anche se non sei iscritto all’RPO).

Nel caso in cui, invece, le chiamate moleste non provenissero da un centralino bensì da un numero privato di una persona fisica oppure costituissero un vero e proprio tentativo di truffa (e non solo una scocciatura), devi procedere con la denuncia in alto modo, tramite le autorità. Anche in questo caso trovi tutto spiegato in un paragrafo apposito.

Garante Privacy

Modulo denuncia chiamate indesiderate Garante Privacy

Se hai inserito il tuo numero di telefono nel Registro Pubblico delle opposizioni ma, nonostante questo, continui a ricevere chiamate dai centralini, puoi utilizzare un apposito modulo offerto dal Garante Privacy per segnalare questo tipo di problematica.

Per procedere, innanzitutto, ti consiglio di leggere la pagina informativa sulla segnalazioni delle telefonate indesiderate, tenendo ben presente il fatto che non è garantito che l’Ufficio compia qualche azione concreta per fermarle. Infatti, oltre a dei consigli utili, è possibile che il Garante utilizzi le segnalazioni ricevute per contrastare il fenomeno su scala più ampia, senza agire sui singoli casi.

Alla luce di questo, se vuoi procedere con la compilazione del modulo, collegati a questa pagina Web, clicca sul pulsante Accedi al servizio e compila il modulo che ti viene presentato in tutte le sue parti. Preventivamente ti segnalo il fatto che le informazioni fornite devono essere complete, esaustive e precise.

Per cominciare, quindi, inserisci i tuoi dati anagrafici quali Cognome, Nome, Data di Nascita, Stato di nascita, Provincia di nascita, Comune di Nascita, Codice fiscale ed Email/PEC. Dopodiché apponi il segno di spunta alla presa visione dell’informativa sul trattamento dei dati personali e pigia il tasto Avanti.

Nella pagina successiva, relativa all’utenza telefonica del segnalante (cioè tu), indica la tipologia di intestatario dell’utenza tra persona fisica (un privato cittadino) o persona giuridica (una società) e, in base a quello che hai scelto, specifica gli aspetti richiesti come se si è l’intestatario o l’utilizzatore dell’utenza, oppure il rappresentate legale dell’intestatario dell’utenza o il reale utilizzatore.

Nel mio caso, per denunciare chiamate di telemarketing effettuate al mio numero di telefono privato, ho selezionato Persona fisica e Il segnalante è l’intestatario dell’utenza, in quando il contratto è a mio nome.

Fatto ciò, digita il numero di telefono dell’utenza, indica la tipologia (fisso o mobile), poi indica se sei iscritto o meno al Registro pubblico delle opposizioni e specifica se sei in possesso di un telefono che mostra o meno il numero del chiamante sul display. Una volta concluso premi sul tasto Avanti.

Ora, nella schermata successiva, indica la tipologia di telefonate ricevute. Specifica quindi se si tratta di Telefonate con finalità pubblicitarie (dove un operatore o un messaggio registrato comunicano informazioni) o Telefonate mute e, se hai selezionato la prima opzione, il servizio o prodotto che hanno tentato di venderti e il titolare, cioè l’azienda. Inoltre, se ti è noto, digita anche il nome del Call Center che ha effettuato la chiamata. Fatto ciò, pigia il tasto Avanti per passare all’ultima parte del modulo.

Indica quindi il dettaglio delle telefona ricevute, specificando data e ora della chiamata, Numero del chiamante e le altre info richieste (se hai parlato con una persona o hai ascoltato un messaggio, cosa diceva il messaggio nei dettagli ecc.). Per aggiungere altre chiamate indesiderate, inoltre, puoi premere sul tasto Aggiungi posto in basso e compilare un nuovo modulo con le altre info, a patto che facciano riferimento allo stesso servizio/prodotto indicato nella schermata precedente. Una volta terminato, premi il pulsante Avanti.

Ora controlla la correttezza della tua segnalazione nel riepilogo che ti viene mostrato e, se tutto è giusto, pigia sul tasto Invia. Se desideri modificare il modulo in qualche sua parte, invece, premi sul tasto Indietro tutte le volte necessarie per tornare alla parte del modulo da cambiare. Nel giro di un po’ di tempo verrai ricontattato all’indirizzo email indicato nel modulo per un riscontro.

Denuncia alle autorità

Simbolo polizia postale

Sei stato oggetto di una truffa telefonica da parte di un finto addetto ai lavori di una qualche compagnia telefonica ma, chiamando la suddetta compagnia, ti hanno assicurato che non hanno niente a che fare con quanto successo? In questo caso sei di fronte a un illecito diverso rispetto alle chiamate di telemarketing aggressivo, il cosiddetto vishing.

Costituendo una vera e propria truffa con il fine di carpire dati personali di conti correnti e carte per rubarne i fondi — potenzialmente riconducibile a quanto stabilito dall’articolo 640 del Codice Penale — è denunciabile alle autorità competenti.

Se, quindi, hai subito un tentativo di truffa quello che devi fare è una segnalazione alla Polizia Postale. Nel caso di truffa andata a buon fine, invece, è meglio optare per una denuncia querela (articoli 336 e 340 del Codice di Procedura Penale), in un tempo massimo di 3 mesi rispetto al momento in cui sei venuto a conoscenza del reato ai tuoi danni.

Per procedere devi recarti in ufficio territoriale della Polizia Postale oppure in un commissariato di Polizia: per trovare quello più vicino a te, puoi collegarti al sito ufficiale della Polizia Postale e a quello della Polizia di Stato. Ricordati, quando ti rechi nell’ufficio, di portare con te la carta d’identità e di fornire quante più informazioni possibili circa l’evento.

Nel caso in cui, invece, le chiamate indesiderate provenissero da qualcuno che conosci configurandosi come moleste, continue e minacciose, il reato è ascrivibile allo stalking telefonico (articolo 612 bis del Codice Penale), a patto che le chiamate siano sgradite, durature (ma sono sufficienti due episodi di minaccia), ripetute in tempi ragionevolmente brevi e capaci di creare disagio psichico (senso di timore, paura, ansia) o cambiamenti nelle proprie abitudini di vita (ad es. cambio delle utenze telefoniche). In caso contrario, quando questi requisiti non vengono soddisfatti, si configura comunque come reato di molestia telefonica (articolo 660 del Codice Penale).

Ciò che bisogna fare, esattamente come spiegato in precedenza, è sporgere querela presso le autorità competenti in un tempo massimo di 6 mesi dall’ultimo episodio persecutorio. Dato che lo stalking telefonico non è immediato da dimostrare, ti consiglio di munirti di quante più prove possibili tenendo nota di tutti i contatti con dovizia di particolari: data, ora e durata delle chiamate — che le autorità confronteranno con i tabulati telefonici — messaggi ricevuti, screenshot e, in generale, qualsiasi cosa che sia utile a dimostrare l’atto persecutorio e la veridicità di quello che affermi.

Puoi anche registrare le telefonate per dimostrarne il tono minaccioso dei contenuti senza commettere reato (il reato, infatti, è costituito dalla possibile divulgazione del materiale, non dall’averlo raccolto). Per registrare le chiamate ti lascio ai miei tutorial sulle app per registrare le chiamate, su come registrare le telefonate su Android e come registrare le telefonate su iPhone. Nel caso in cui, invece, non potessi registrare la telefonata, mettila in vivavoce e falla ascoltare a dei possibili testimoni.

Salvatore Aranzulla

Autore

Salvatore Aranzulla

Salvatore Aranzulla è il blogger e divulgatore informatico più letto in Italia. Noto per aver scoperto delle vulnerabilità nei siti di Google e Microsoft. Collabora con riviste di informatica e cura la rubrica tecnologica del quotidiano Il Messaggero. È il fondatore di Aranzulla.it, uno dei trenta siti più visitati d'Italia, nel quale risponde con semplicità a migliaia di dubbi di tipo informatico. Ha pubblicato per Mondadori e Mondadori Informatica.