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Come entrare nelle playlist di Spotify

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L’avvento dello streaming ha ribaltato l’industria musicale. Gli utenti hanno infatti a portata di mano un catalogo pressoché infinito di brani accessibili mediante un semplice abbonamento. In parole povere, si è detto essenzialmente addio agli acquisti fisici (con CD musicali e vinili ormai relegati a edizioni speciali).

Al centro di questa rivoluzione c’è Spotify, una delle piattaforme che ha saputo più di tutte ritagliarsi uno spazio all’interno del mercato. Se un tempo un artista mirava a vendere miriadi di dischi, oggi l’obiettivo è ottenere il maggior numero di ascolti in streaming possibile, così da scalare le classifiche ed eventualmente ottenere certificazioni.

In questo contesto, comprendere come entrare nelle playlist di Spotify può risultare una chiave di volta per una carriera, dato che queste liste di canzoni fanno conoscere nuovi artisti agli utenti, nonché fanno notare ai fan, nel marasma di uscite, che è disponibile un certo brano. Insomma, risulta interessante approfondire l’argomento: di seguito trovi tutti i dettagli del caso. Buona lettura!

Indice

Informazioni preliminari

Scelta playlist Spotify

Prima di approfondire le possibilità legate a come entrare nella playlist di Spotify, ritengo possa interessarti saperne di più in merito a questa possibilità offerta dal noto servizio di streaming musicale.

Infatti, al contrario di quanto si possa pensare, le playlist non sono semplicemente delle “liste di canzoni”, ma rappresentano qualcosa di molto più interessante, ovvero uno strumento che può consentire agli artisti di emergere e rimanere rilevanti.

Facciamo un passo indietro: il mercato musicale odierno è totalmente diverso da quello dell’era precedente ai servizi di streaming. Semplificando all’estremo il concetto, ora le uscite musicali, spesso legate a importanti case discografiche, sono innumerevoli. In soldoni, la concorrenza è alle stelle, specialmente per i generi musicali più popolari.

Questo è dovuto, ad esempio, al fatto che oggi realizzare brani musicali ha un costo irrisorio rispetto a un tempo, dato che i programmi per comporre musica non mancano di certo e che l’attrezzatura usata per iniziare a registrare i brani non è poi così dispendiosa (in molti sono riusciti a mettere in piedi uno studio professionale in casa propria). Da non dimenticare inoltre la possibilità di pubblicare canzoni su Spotify essenzialmente in autonomia.

Guardando al mercato attuale, che spesso vede ai vertici delle classifiche il rap e le sue varie declinazioni, una prassi che si è consolidata nel tempo, a partire dalla richiesta del 2015 dell’International Federation of Phonographic Industry (IFPI), è quella di uscire con i nuovi brani e album sulle principali piattaforme di streaming nella notte tra giovedì e venerdì, ovvero a ridosso del weekend.

Mezzanotte uscita Spotify

La tendenza è rendere disponibili i brani a mezzanotte, ma le regole del mercato sono in continua evoluzione e dunque per alcuni importanti progetti musicali si è deciso, ad esempio, di uscire alle ore 01:00, così che gli streaming iniziali vengano conteggiati tutti nello stesso giorno e si riesca magari a puntare al record di streaming nella prima giornata. Questo giusto per farti comprendere quanto le piattaforme di streaming siano centrali al giorno d’oggi per le case discografiche, tanto da spostare le tempistiche di uscita di un brano o album.

Le parole d’ordine sono focalizzare l’attenzione degli utenti: la scelta dell’IFPI di far uscire tutti i brani nella notte tra giovedì e venerdì è pensata proprio per fare in modo che l’utente possa ascoltare un po’ tutte le uscite di suo interesse in modo rilassato nel weekend. Tuttavia, questa mossa è solamente una delle tante ad aver spinto l’industria verso la ricerca dell’attenzione.

L’utente infatti si smarrisce facilmente nell’ampio catalogo delle piattaforme di streaming, tanto che non è inusuale che un fan si perda uscite anche del proprio artista preferito, dato che magari un brano può essere fagocitato dall’arrivo di un album importante (alcune case discografiche hanno a disposizione una lista delle uscite utile a non sovrapporsi, ma questa è un’altra storia).

Qui entrano in gioco le playlist ufficiali di Spotify, una sorta di faro guida per gli utenti. Penso ad esempio a Release Radar, una playlist personalizzata per l’utente a seconda dei suoi ascolti. Si tratta di uno strumento molto utile: consente all’ascoltatore di non perdersi essenzialmente alcuna uscita relativa ai suoi artisti preferiti (a meno che chi di dovere non commetta l’errore di non gestire bene l’uscita dei pezzi, ma spiegherò tutto più avanti).

Prova a indovinare quando questa lista di canzoni personalizzata viene aggiornata? Esatto: ogni venerdì. Insomma, ci siamo capiti: ho appena riassunto rapidamente il funzionamento del mondo dello streaming musicale odierno, in cui le playlist rappresentano un perno fondamentale per rimanere rilevanti e anche solamente inviare un promemoria ai propri fan.

Scelta brano Spotify

Questo era il concetto fondamentale, spesso sottovalutato, che volevo esprimere, anche se chiaramente le playlist hanno una funzione maggiormente conosciuta: quella di far scoprire all’utente nuovi artisti.

Mi riferisco a playlist come Hot Hits Italia, Alta Rotazione, New Music Friday (ritorna sempre il venerdì) e chi più ne ha più ne metta. Ti faccio uno spoiler: per entrare in queste playlist bisogna lavorare sulla qualità della musica, ma se ne discuterà più avanti nel corso del post.

In ogni caso, esistono anche delle playlist curate da team esterni a Spotify: ad esempio, alcune note riviste sono solite sistemare costantemente la propria lista di canzoni, così da tenere aggiornati gli utenti sulle uscite più rilevanti, magari relative a un determinato genere.

La rilevanza della playlist è ovviamente basata sulla popolarità di chi la crea, ma capisci bene che in questo caso la scelta può andare anche oltre alla notorietà di una determinata canzone o alle selezioni di Spotify. Per intenderci, un magazine può scegliere di dare spazio a un artista emergente che ritiene particolarmente valido, posizionando il suo brano al fianco di quelle dei big della scena musicale.

Apertura app Spotify

Insomma, ci sono tantissime variabili e potenziali opportunità: ho ritenuto importante spiegare innanzitutto i principali motivi per cui le playlist sono fondamentali per l’industria discografica nell’era dello streaming, ma adesso è giunta l’ora di approfondire i metodi generalmente utilizzati dagli artisti o da chi di dovere per entrare nelle playlist di Spotify.

Come si entra nelle playlist di Spotify

Mettiti comodo: ci sono varie possibilità per entrare nelle playlist di Spotify. Solamente una piccola nota: dovresti prendere le indicazioni contenute in questo post come puramente indicative, dato che il mercato è in costante evoluzione e non esistono delle reali regole per riuscire a raggiungere con certezza il tuo obiettivo.

Tuttavia, come hai ben visto anche dal capitolo preliminare, esistono degli accorgimenti usati a volte persino da alcune major, che potrebbero risultare intriganti anche per un’artista indipendente o semplicemente per una persona curiosa di comprendere in linea generale come funziona il tutto. Di seguito trovi tutte le indicazioni del caso.

Spotify for Artists (playlist ufficiali)

Spotify for Artists Logo

Il principale strumento per riuscire a entrare nelle playlist ufficiali di Spotify è offerto dalla stessa piattaforma di streaming: si tratta del servizio Spotify for Artists, riservato chiaramente a chi dispone di un profilo artista (sto dando per scontato che tu lo possegga, ma in caso alternativo potresti voler dare un’occhiata al mio tutorial su come creare un account Spotify artista).

In ogni caso, il servizio è di fondamentale importanza per inviare i cosiddetti pitch relativi alle playlist ufficiali di Spotify. A cosa faccio riferimento? Semplice: alla possibilità di proporre al team della piattaforma di streaming un proprio brano per l’inserimento nelle playlist.

Sì, hai capito bene: esiste un team di editor di playlist messo in piedi dalla stessa Spotify, che si occupa di ascoltare tutti i brani ricevuti e scegliere poi quelli più adatti e rilevanti al tema delle playlist.

Va sfatato un mito: non si può pagare per entrare in una playlist (questo viene spiegato anche sul sito Web ufficiale di Spotify, in cui si dice di stare alla larga da chi promette metodi magici per entrare nelle playlist pagando, ergo truffe), ma bisogna semplicemente avere la musica giusta secondo gli esperti. In parole povere, per riuscire a entrare in playlist come quelle indicate nella pagina ufficiale di Spotify, che sono in continua variazione, bisogna focalizzarsi su ciò che conta di più per un artista: la qualità della musica.

Ci sono tuttavia alcuni accorgimenti di fondamentale importanza per far arrivare i propri brani al succitato team di editor di Spotify, che si occupa poi di mettere in piedi le playlist. Mi riferisco al fatto che è necessario inviare brani inediti tramite Spotify Artists almeno 7 giorni prima dell’uscita (in realtà è bene far avere la musica a Spotify il prima possibile, dato che gli editor di playlist ricevono oltre 20.000 brani da analizzare al giorno), in modo da consentire a chi di dovere di ascoltare tutto come si deve.

Spotify Release Radar Playlist

Queste tempistiche valgono anche per Release Radar, ovvero la playlist ufficiale di Spotify che varia in base agli ascolti dell’utente, strumento utile per fornire una sorta di promemoria ai fan che già ascoltano un artista.

Chiaramente, per quel che riguarda Release Radar, i tuoi brani compariranno solamente nelle playlist di chi già ti ascolta (quindi non in tutti i Release Radar, in quanto la playlist è personalizzata a seconda delle preferenze dell’utente), ma fidati: questo promemoria può risultare particolarmente utile in un’epoca in cui c’è un marasma di uscite. Insomma, non commettere l’errore di non inviare i tuoi brani per Release Radar: non ti costa nulla farlo e perderesti inutilmente un buon numero di potenziali ascoltatori.

Come si fa a inviare un pitch per un brano per l’inserimento nelle varie playlist? Basta collegarsi al portale ufficiale di Spotify for Artists, eseguire il login con il proprio account e spostarsi nella sezione Musica > In arrivo. Qui compaiono infatti tutti i brani che stai per pubblicare: chiaramente, se ti affidi a un distributore o un’etichetta, potrebbero volerci diversi giorni prima che il brano compaia in questa sezione.

In ogni caso, da qui puoi partire per proporre brani agli editor di Spotify: ti verrà semplicemente richiesto di completare un modulo con le giuste informazioni. Generalmente ciò che viene richiesto sono dettagli legati al brano, ad esempio genere, mood, descrizione e tag culturali: questa parte è di fondamentale importanza per far comprendere a Spotify come contestualizzare la tua musica e il motivo per cui potrebbe risultare rilevante in qualche playlist.

Non posso purtroppo essere più preciso con le mie indicazioni, in quanto comprendi bene che le variabili in gioco sono molteplici e che devi essere bravo tu in prima persona a farti notare, ma ci tengo a precisare che non c’è alcuna garanzia di essere inseriti nelle varie playlist. Semplicemente, seguendo gli accorgimenti appena citati, avrai maggiori chance di entrare nelle playlist ufficiali di Spotify.

Musica in arrivo Spotify for Artists

Inoltre, in questo modo avrai anche la possibilità di sfruttare come si deve la già menzionata playlist Release Radar. Vedrai in ogni caso che seguendo le indicazioni ufficiali della piattaforma non avrai troppi problemi a comprendere il meccanismo: se cerchi maggiori informazioni, ti consiglio di consultare le FAQ ufficiali relative all’inserimento di un brano in Release Radar, nonché le indicazioni ufficiali di Spotify sui pitch.

Ovviamente, se hai un manager o un’etichetta discografica, potresti pensare di chiedere a loro, in quanto probabilmente potranno fornirti maggiori dettagli su tutti i passaggi indicati, nonché seguire il tuo specifico caso (come ho già detto, possono esserci tantissime variabili).

Non mi resta che farti un grande in bocca al lupo: nel caso il brano venga selezionato per una playlist ufficiale, riceverai un’indicazione tramite posta elettronica. In seguito potrai anche eventualmente dare un’occhiata alle statistiche relative alle playlist in cui sono stati inseriti i tuoi brani: ti basta semplicemente raggiungere la sezione Musica > Playlist del portale Spotify for Artists.

Qui troverai inoltre spiegati i vari tipi di playlist esistenti: algoritmiche (ad esempio, Release Radar, basata sui gusti dell’ascoltatore), editoriali (quelle ufficiali curate dagli editor di Spotify) e degli ascoltatori (ovvero create dagli utenti, approfondirò a breve la questione).

Playlist di terze parti

Playlist terze parti Spotify

Chiaramente su Spotify non esistono solamente le playlist ufficiali, dato che anche gli utenti possono creare playlist. Si potrebbe erroneamente pensare che queste ultime non siano poi così rilevanti, ma in realtà con il passare del tempo parecchie realtà importanti del mondo del Web hanno messo in piedi delle playlist che rappresentano un vero e proprio punto di ritrovo virtuale per gli appassionati.

Tradotto in parole povere: l’inserimento in playlist di terze parti può risultare molto importante per gli ascolti e tra l’altro in questo caso spesso ci sono di mezzo solamente i gusti dei curatori delle playlist, quindi non c’è nemmeno la necessità di farsi notare dagli esperti di Spotify.

Essenzialmente, com’è giusto che sia, il curatore della playlist si è ritagliato con fatica un determinato spazio, ottenendo una certa credibilità tra gli utenti, e decide di utilizzarlo come meglio crede, spingendo semplicemente la musica che ritiene più valida o degna di nota.

In questo caso, come avrai già intuito, c’è in realtà ben poco che puoi fare, se non farti notare per la qualità della musica. Infatti, dovrai per forza di cose entrare nelle grazie del curatore della playlist affinché i tuoi brani compaiano al suo interno.

Il consiglio è dunque sempre quello alla base: migliorare i propri brani. L’inserimento nelle playlist di questo tipo avverrà poi di conseguenza. Per il resto, certo, utilizzando un browser e sfruttando il portale ufficiale di Spotify è possibile risalire al creatore di una determinata playlist, contattandolo poi eventualmente mediante un qualche social network.

Stretta di mano curatori playlist Spotify

In alcuni casi questo potrebbe quantomeno consentirti di far notare al curatore della playlist l’esistenza della tua musica, ma sinceramente penso che dovresti evitare richieste di questo tipo, in quanto per qualcuno potrebbero effettivamente risultare scortesi e presuntuose.

Tuttavia, se hai già una certa rilevanza all’interno della scena musicale e ritieni che i tuoi brani siano perfettamente in linea con una determinata playlist, parlarne in modo pacato con il curatore potrebbe generare un dibattito interessante (tieni però bene a mente che nessuno ti deve niente: ti devi guadagnare l’inserimento nelle playlist, come tutti quanti).

Creare una playlist

Come creare una playlist su Spotify

Come dici? Vorresti provare a spingere in prima persona qualche artista che ritieni non abbia il giusto riconoscimento? Non devi preoccuparti: se ritieni di poter dare vita a una selezione interessante e sempre aggiornata di brani, potresti provare a creare una tua playlist, facendola magari diventare un importante punto di ritrovo per gli appassionati.

Questa strada può anche farti comprendere quanta fatica c’è dietro la creazione di una community rilevante, nonché quanto risulta difficile ritagliarsi un posto con una playlist nel marasma delle proposte offerte da Spotify.

Sicuramente, se sei un artista, può trattarsi di un’esperienza in grado di farti aprire gli occhi sull’importante lavoro svolto da figure che ruotano attorno alla scena musicale. A volte gli artisti tendono infatti a guardare con diffidenza a queste personalità, quando in realtà è bene capire che anche loro si sono guadagnate quello spazio con le unghie e con i denti e quindi è giusto che lo usino come meglio credono.

In ogni caso, se hai intenzione di percorrere questa strada, che però non dovresti usare per spingerti da solo ma solamente per integrare musica che ritieni valida e intrigante per gli utenti (questo sia chiaro), puoi fare riferimento alla mia guida su come creare una playlist su Spotify.

Migliorare la musica

Come migliorare la musica per Spotify

Non posso che concludere questo post, che ricordo rappresenta semplicemente una guida indicativa al complesso funzionamento delle playlist musicali legate a Spotify, ricordandoti che la vera differenza la fa sempre la qualità della musica.

Lo so: le logiche di mercato e gli accorgimenti da prendere per seguire quanto proposto dai servizi di streaming esistono, ma senza brani in grado di piacere alle persone non si va comunque da nessuna parte.

Un brano ascoltato e riascoltato dagli utenti ha molte più chance di entrare in classifica e ottenere certificazioni. Gli ascolti successivi al primo sono probabilmente quelli più difficili da ottenere e non si può dare la colpa ad altri: a scegliere le hit, anche nell’era dello streaming, è il pubblico.

Certo, forse al giorno d’oggi non basta avere un brano di qualità per sfondare, dato che bisogna anche saperci “ricamare” sopra (d’altronde, quando mai non è stato così?), ma è innegabile il fatto che per “sfondare” realmente un brano deve essere di qualità. Una volta che una canzone sarà diventata rilevante, l’inserimento nelle playlist arriverà essenzialmente da solo (ovviamente sempre prendendo i giusti accorgimenti o affidandosi a qualcuno in grado di prenderli come si deve).

Autotune FL Studio migliorare musica Spotify

Chiaramente non posso essere io a dirti come migliorare la tua musica e non ho nemmeno la presunzione di spiegarti per filo e per segno il funzionamento dell’interno mercato musicale, ma era interessante approfondire come funzionano alla radice le playlist di Spotify. Per il resto, se sei alle prime armi, magari potrebbe interessarti consultare anche i miei tutorial su come usare FL Studio, come registrare su FL Studio, come installare VST su FL Studio e come mettere l’autotune su FL Studio, che fanno riferimento a uno dei software più utilizzati per realizzare musica e includono indicazioni di base relative all’attrezzatura che solitamente viene usata dagli artisti per registrare.

Insomma, come puoi ben vedere, il periodo non è per niente male per comporre musica e pubblicare i propri brani, anche in modo indipendente, provando poi a inviarli alla stessa Spotify per l’eventuale inserimento nelle playlist. Non mi resta che farti un’ultima volta un grande in bocca al lupo per la tua carriera musicale!

Salvatore Aranzulla

Autore

Salvatore Aranzulla

Salvatore Aranzulla è il blogger e divulgatore informatico più letto in Italia. Noto per aver scoperto delle vulnerabilità nei siti di Google e Microsoft. Collabora con riviste di informatica e cura la rubrica tecnologica del quotidiano Il Messaggero. È il fondatore di Aranzulla.it, uno dei trenta siti più visitati d'Italia, nel quale risponde con semplicità a migliaia di dubbi di tipo informatico. Ha pubblicato per Mondadori e Mondadori Informatica.