Codice a barre: come funziona
La tecnologia permea ogni aspetto della nostra quotidianità, dall'intelligenza artificiale ai sistemi automatizzati che gestiscono la logistica globale. Eppure, ben prima dell'avvento degli smartphone e dei computer personali, c'era già una tecnologia silenziosa ma rivoluzionaria: il codice a barre, già usato a partire dalla metà degli anni '70 e che oggi è ancora ampiamente diffusa.
A proposito del codice a barre, ti sei mai posto il problema di cosa si cela dietro il suo funzionamento? Se stai leggendo questa guida, probabilmente sì. Ebbene, sappi che questa potrebbe essere l'occasione giusta per soddisfare questa curiosità: nei prossimi paragrafi, infatti, avrò modo di mostrarti come funziona il codice a barre e di come sfruttare questa storica tecnologia anche sui più moderni dispositivi portatili.
Che ne dici? sei pronto per iniziare? Sì? Fantastico! Allora mettiti bello comodo e prenditi tutto il tempo di cui hai bisogno per concentrarti sulla lettura dei prossimi paragrafi. Spero vivamente che, alla fine, tu possa ritenerti soddisfatto di quanto appreso.
Indice
- Codice a barre: cosa è
- Codice a barre: come funziona
- Codice a barre: come crearlo
- Codice a barre: come leggerlo
- Come vedere se un codice a barre funziona
Codice a barre: cosa è

Entriamo immediatamente nel vivo dell'argomento e vediamo che cos'è il codice a barre. In buona sostanza, il codice a barre è di un codice di identificazione costituito da un insieme di elementi grafici a forte contrasto che può essere letto tramite un sensore a scansione (ma anche con la fotocamera di uno smartphone) e decodificato per leggere l'informazione che contiene.
Per semplificare al massimo il discorso, i codici a barre sono codici pensati per marcare i prodotti e permettere il loro riconoscimento automatico alle casse, in modo da rende più rapide le operazioni di pagamento ed evitare le code all'uscita dei negozi.
Ti spiego come è composto un codice a barre: sono formati da spazi e aree nere (le barre, appunto). Per spazio si intende l'elemento chiaro del codice, che separa due barre tra loro (gli elementi neri). Ogni codice ha anche uno o più moduli, che è la larghezza dell'elemento più stretto (barra o spazio che sia). È proprio grazie a questi spazi che i lettori sono in grado di leggere i codici a barre e decifrare le informazioni che essi contengono.
A sviluppare l'idea del codice a barre furono Norman Joseph Woodland e Bernard Silver, due studenti di ingegneria dell'Università di Drexel a cavallo degli anni '40 e '50. L'adozione su larga scala arrivò, però, solo in seguito: la prima data chiave è il 31 marzo 1971, quando un gruppo di aziende leader si accordò per utilizzare un “codice universale” per l'identificazione dei prodotti. Nacque così l'identificatore che oggi si chiama GTIN (Global Trade Item Number), ma la vera svolta arrivò due anni dopo, il 3 aprile del 1973, quando fu approvato il simbolo UPC (Universal Product Code); fu infatti allora che nacque il codice a barre che conosciamo e usiamo ancora oggi.
Nel 1977 i suddetti codici vennero adottati anche in 12 Paesi europei, tra cui l'Italia. Venne così fondata la EAN, un'organizzazione non profit per gli standard di identificazione, con sede a Bruxelles. Quell'organizzazione ha poi chiamato nome e oggi è conosciuta come GS1.
Nel 1978 nacque poi Indicod, che può essere definita un po' come la “divisione italiana” di GS1, che all'epoca era formata da 60 imprese associate. Oggi quell'associazione ha preso il nome di GS1 Italy ed è una delle 120 organizzazioni non profit GS1 attive nel mondo che promuovono l'utilizzo degli standard GS1. È, dunque, l'unico ente in Italia autorizzato da GS1 a rilasciare prefissi aziendali e codici a barre GS1 (EAN) e, allo stato attuale, riunisce più di 42.000 imprese di beni di largo consumo agevolando un miglior rapporto tra aziende, associazioni, istituzioni e consumatori.
I numeri parlano chiaro: sono miliardi i codici GS1 che vengono scansionati ogni giorno, oltre un miliardo i prodotti che hanno un codice GS1 e più di 2 milioni le aziende, dalle più grandi alle piccole ditte, che li usano globalmente.
Codice a barre: come funziona

Ma come fanno le aziende a usare i codici a barre? Te lo spiego sùbito. Se sei interessato a sapere come ottenere un codice a barre, GS1 Italy spiega sul suo sito ufficiale che bastano soli 5 passi per iniziare a usare i codici a barre GS1 (EAN).
- Iscrizione al sistema GS1 — una volta ultimata l'iscrizione al sistema, che si può fare direttamente online e richiede pochi minuti, si ricevono: un foglio Excel con 1.000 numeri univoci e autentici per la creazione dei codici EAN-13 per i prodotti a peso fisso; il prefisso aziendale GS1 (grazie al quale poter sviluppare i codici per gli imballi/cartoni, i codici per i pallet e i codici per le entità fisiche GS1 GLN), le credenziali per accedere all'area privata e allo strumento online Codifico per generare i codici a barre; il certificato in inglese di appartenenza al sistema GS1 valido a livello internazionale; tre verifiche gratuite; la partecipazione gratuita a corsi sulla codifica GS1 di base e una guida pratica per l'uso corretto dei codici GS1.
- Attribuzione dei codici a barre GS1 ai prodotti — accedendo allo strumento online Codifico di GS1 Italy è possibile assegnare un codice a ciascun prodotto della propria anagrafica. È importante ricordarsi che ogni prodotto e ogni sua variante devono avere codici univoci, che a ogni unità commerciale differente dalle altre deve essere assegnato un nuovo e unico GTIN (codice EAN-13) e che i codici non devono mai essere cambiati (almeno finché i prodotti non subiscano modifiche tali che determinino la creazione di una nuova unità commerciale). È bene ricordare che il proprietario del marchio è responsabile dell'identificazione univoca delle merci e della gestione dei codici nella propria anagrafica.
- Creazione dell'identità digitale — attraverso lo strumento Codifico, è possibile creare la “carta d'identità digitale” dei propri prodotti e registrarli nel GS1 Registry Platform, il registro mondiale dei codici GS1. Questa registrazione garantisce che il prodotto sia riconosciuto in modo univoco da marketplace, rivenditori e partner logistici in tutto il mondo, facilitando la vendita online e l'integrazione nei canali digitali.
- Stampa del codice a barre — sempre tramite lo strumento online Codifico di GS1 Italy, è possibile generare il barcode EAN (l'immagine grafica delle barre) per i propri prodotti, scaricarlo e poi stamparlo per etichettare i propri prodotti. Chiaramente, ogni tipo di codice necessita di programmi e modalità di stampa appositi. Bisogna quindi assicurarsi di operare in modo corretto in base al codice da stampare, in quanto ci sono regole precise da rispettare in termini di grandezza e posizionamento del simbolo; inoltre bisogna sempre garantire la corretta lettura del codice stampato.
- Verifica e validazione del codice (Verified by GS1) — tramite la piattaforma Verified by GS1, è possibile verificare che i propri prodotti siano registrati correttamente e riconosciuti a livello globale. Questo passaggio serve a garantire la tracciabilità, l'autenticità e la corretta identificazione in qualunque canale di vendita, online o fisico.
Ti rinnovo l'invito a visitare il sito di GS1 Italy, dove trovi tutti i dettagli su come procedere all'iscrizione al sistema GS1 nel giro di pochi clic.
Per completezza di informazione, va detto che esistono anche altri tipi di codice a barre oltre a quello GS1 (EAN), come ad esempio quello Farmacode adoperato per l'identificazione dei farmaci e l'Universal Product Code, utilizzato invece per contrassegnare i prodotti importati da Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Australia e Nuova Zelanda.
Negli ultimi anni, GS1 sta lavorando all'evoluzione del codice a barre tradizionale con il progetto GS1 Digital Link: un nuovo standard basato su codici 2D che collega ogni prodotto al suo “gemello digitale”. In pratica, scansionando un solo codice, sarà possibile accedere a informazioni come la tracciabilità, l'origine, la composizione e persino istruzioni di smaltimento.
Questo approccio, che entrerà in vigore progressivamente dal 2027, aprirà la strada a un sistema di identificazione globale più trasparente, interoperabile e adatto alle esigenze di e-commerce e smart packaging.
Tra i codici a barre bidimensionali va poi sottolineata l'iniziativa di un nuovo standard di GS1 come evoluzione del classico codice a barre, il GS1 Digital Link. In pratica, scansionando un solo codice, sarà possibile accedere a informazioni come la tracciabilità, l'origine, la composizione e persino istruzioni di smaltimento. Tramite dunque barcode 2D (come i QR code) o altre tecnologie, sarà possibile accedere a molte informazioni relative ai prodotti.
Codice a barre: come crearlo

Creare un codice a barre è un'operazione alla portata di tutti, ma bisogna distinguere tra codici a uso personale e codici validi per la vendita commerciale.
Se hai bisogno di un codice a barre per uso organizzativo (come etichettare scaffali, archiviare documenti o gestire un piccolo magazzino), puoi affidarti a uno dei numerosi strumenti gratuiti disponibili online, che generano codici in vari formati.
In questo caso è sufficiente inserire il testo o numero da convertire (es. un identificativo), scegliere il tipo di codice e cliccare su un pulsante per ottenere l'immagine pronta da stampare o salvare. Tra i generatori più affidabili ci sono OnlineLabels e Barcode Tec-IT
Se, invece, desideri generare codici EAN o GTIN validi per la vendita di prodotti, la procedura è diversa: in questo caso devi registrarti presso GS1 Italy, come ti ho spiegato nei capitoli precedenti. A seguito della registrazione, ti verrà assegnato un prefisso aziendale GS1 che potrai usare per creare codici univoci e legalmente riconosciuti.
Questi codici potranno essere stampati sulle confezioni, letti da casse e gestionali, e utilizzati anche su piattaforme come Amazon e altri marketplace. In questo modo è possibile garantire l'univocità dei prodotti. Ciò consente ai marketplace e motori di ricerca anche di riconoscere automaticamente un prodotto, facilitando la sua indicizzazione online.
Il processo ha un costo annuale e richiede una breve fase di configurazione, ma garantisce compatibilità e tracciabilità a livello globale. Per maggiori dettagli, puoi consultare il sito ufficiale di GS1 Italy.
Codice a barre: come leggerlo
Come si fa a leggere un codice a barre? La tecnologia più affidabile impiega un lettore a raggi laser, solitamente abbinato a una testina oscillante e a volte a un sistema di specchi, che aumentano la precisione del lettore stesso. I lettori più economici, invece, si servono di una barra LED per illuminare il codice a barre e un sensore CCD (Charged Coupled Device).
In alcuni ambiti, come quelli collegati ad alcuni settori industriali, viene utilizzata anche una tecnologia di acquisizione di un'immagine fornita da un sistema video che, con l'ausilio di un software adatto, consente di fare una fotografia al prodotto sul quale è applicato il codice a barre e riconoscere, leggere e interpretare il codice stesso.
Qui sotto, dunque, trovi spiegato come si legge un codice a barre tramite delle comode app per smartphone e tablet o tramite dei lettori di codici hardware adibiti allo scopo, più precisi e veloci.
Funzione nativa degli smartphone e tablet

Se stai cercando una soluzione per leggere un codice a barre senza installare app sul tuo smartphone o tablet, devi sapere che i moderni dispositivi integrano una funzione nativa in grado di riconoscere automaticamente i codici EAN, QR e altri formati direttamente attraverso la fotocamera.
Sugli smartphone e tablet Android, la funzione è generalmente integrata nella fotocamera dei dispositivi più recenti: ti basta inquadrare il codice a barre per acquisirne il codice. Tramite l'apposito riquadro, si può avviare la ricerca sul Web e verificare le corrispondenze online con il suddetto codice a barre. Sempre su Android, grazie all'app integrata Google Lens, è possibile leggere i codici a barre e visualizzare sul Web i risultati corrispondenti.
Su iPhone e iPad, la scansione dei codici è supportata direttamente dall'app Fotocamera di sistema, a patto che il codice sia in un formato diverso da quello a barre (ad esempio un QR code). Come per Android, una volta scansionato il codice tramite la fotocamera, sarà possibile effettuare la ricerca Web per individuare il prodotto.
Lettore QR Code (Android/iOS/iPadOS)

Una delle migliori app per leggere codici a barre è Lettore QR Code. Come facilmente intuibile dal suo nome, si tratta di una soluzione che è in grado di leggere non solo codici a barre ma anche codici QR. È disponibile al download gratuito per Android (anche su store alternativi) e iOS/iPadOS.
Dopo aver installato e avviato Lettore QR Code concedi all'app il permesso di accedere alla fotocamera del dispositivo sul quale l'hai installata. Successivamente, inquadra il codice a barre di tuo interesse e, quando questo viene catturato dall'app, premi il bottone Ricerca Web (in base alla tipologia di prodotto sul quale è applicato il codice stesso), così da vedere cosa si cela dietro il codice. Pigiando sul bottone Condividi, invece, puoi condividere il codice che è stato letto tramite le opzioni disponibili.
Altre app per leggere codice a barre

Oltre a quella menzionata nel paragrafo precedente, ci sono tante altre app per leggere codice a barre. Qui sotto te ne elenco alcune che potrebbero fare al caso tuo.
- Swiftscan (Android/iOS/iPadOS) — è un potentissimo scanner per documenti che, all'occorrenza, può essere adoperato anche per la lettura di codici a barre e QR. Di base è gratis, ma le funzioni avanzate sono disponibili sottoscrivendo un abbonamento, che parte da 5,99 euro/mese.
- Onlinebarcodereader.com (Online) — si tratta di un'applicazione Web mediante la quale è possibile leggere codici a barre (e non solo) caricando l'immagine che li contiene oppure specificando l'URL di quest'ultima.
Per maggiori informazioni su come adoperare queste e altre app per leggere codice a barre, ti rimando alla lettura che ho dedicato a queste ultime.
Lettore codice a barre

Come ti dicevo in precedenza, esistono anche dei dispositivi che fungono esclusivamente da lettori di codici a barre. Come dici? Sei parecchio incuriosito da questi ultimi e, dunque, vorresti sapere come funziona un lettore di codice a barre? Cerco di spiegartelo brevemente.
Ebbene, questi dispositivi solitamente si servono di un laser (o di una tecnologia simile) per “leggere” l'alternanza di linee e spazi vuoti nei codici a barre. Dopodiché inviano i dati raccolti a un decodificatore che, dopo averli analizzati, li traduce in informazioni e dati, in base allo standard utilizzato.
A seconda del modello di lettore acquistato, dopo averlo collegato alla porta USB del proprio computer, potrebbe essere necessario scaricare dei driver dal sito del produttore oppure un client che ne consenta il corretto funzionamento. Se vuoi, potrai reperire maggiori informazioni sul sito del produttore del lettore che eventualmente acquisterai (o con una semplice ricerca su Google).
In commercio ci sono lettori di codici a barre di varie tipologie. In buona sostanza, comunque, si dividono in tre grosse categorie.
- Lettori laser — è la tipologia di lettore più diffuso e, probabilmente, è quello a cui pensavi tu prima di giungere su questa guida. Questa tipologia di lettore si serve di un laser a diodi rossi per leggere la riflettanza (ovvero la capacità di riflettere la luce) degli spazi in bianco e nero del barcode. Sono in grado di leggere soltanto i codici a barre lineari standard (1D).
- Lettori linear imager — anche questo è un lettore di codici a barre lineari standard 1D, il cui funzionamento differisce da quello dei lettori laser, in quanto anziché leggere la luce riflessa dal laser, prendono un'immagine del barcode stesso.
- Lettori imager 2D — il principio di funzionamento di questi lettori è simile a quello dei lettori linear imager, ma come suggerisce il loro nome permettono di leggere non solo i codici 1D, ma anche 2D. Questi lettori sono in grado di leggere codici a barre a prescindere dalla loro posizione e direzione, cosa che li rende molto più veloci dei lettori laser e linear imager.
Anche i prezzi di questi dispositivi possono variare molto. Quelli più economici costano poche decine di euro; quelli più avanzati (che sono anche quelli più precisi e veloci), invece, possono costare più di 100 euro. Sono reperibili nei negozi di elettronica più forniti e negli store online, come Amazon.

Tera 1D Laser Wired Barcode Scanner Lettore di Codici a Barre USB 2.0 ...

Eyoyo lettore di codici a barre 2D, Handheld Wired QR Barcode Scanner ...

Lettore codice a barre Ferlabel ds1108 linear imager 1d nero, usb + ca...

Kit lettore ferlabel bt1108 linear imager 1d nero bluetooth + cavo usb...

Tera Lettore di codici a barre di qualità industriale QR 2D 1D portati...

W8-X Lettore Codici a Barre 2D (2,4 G wireless e Bluetooth e cavo USB)...
Come vedere se un codice a barre funziona

Per capire se un codice a barre funziona, ovvero se è leggibile e valido, puoi utilizzare una delle applicazioni di cui ti ho parlato in precedenza. Se il codice è funzionante, ti verrà mostrato il numero associato o le informazioni contenute.
Innanzitutto, però, verifica che il codice sia ben stampato, con contrasto elevato (barre scure su fondo chiaro), e che non presenti pieghe, sbavature o tagli: anche un piccolo difetto può compromettere la lettura.
Se hai a disposizione solo il numero riportato sotto al codice (per esempio un EAN a 13 cifre), puoi controllare se è strutturalmente corretto utilizzando il calcolatore ufficiale di cifra di controllo di GS1. Basta inserire le prime 12 cifre e il sistema ti dirà se la tredicesima cifra è corretta: in caso contrario, il codice non sarà valido per l'identificazione commerciale.
Ricorda, però, che non tutti i codici a barre “funzionanti” sono effettivamente utilizzabili a livello commerciale: affinché un codice sia riconosciuto nei sistemi di vendita, deve essere associato a un prefisso aziendale GS1 valido, rilasciato da GS1 Italy o da un altro ente GS1 nel mondo. In caso contrario, potrà anche essere letto, ma non identificherà ufficialmente alcun prodotto.
In qualità di affiliati Amazon, riceviamo un guadagno dagli acquisti idonei effettuati tramite i link presenti sul nostro sito.

Autore
Salvatore Aranzulla
Salvatore Aranzulla è il blogger e divulgatore informatico più letto in Italia. Noto per aver scoperto delle vulnerabilità nei siti di Google e Microsoft. Collabora con riviste di informatica e cura la rubrica tecnologica del quotidiano Il Messaggero. È il fondatore di Aranzulla.it, uno dei trenta siti più visitati d'Italia, nel quale risponde con semplicità a migliaia di dubbi di tipo informatico. Ha pubblicato per Mondadori e Mondadori Informatica.
