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Come spiare telefono partner

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Ci sono persone letteralmente ossessionate dall’idea che il proprio partner o comunque qualcuno per esso stia tentando di spiare quanto presente sul proprio smartphone. In realtà, molte volte si tratta solo di fantasie, ma è chiaro che una persona voglia mantenere la propria privacy anche in ambito tecnologico. Ecco allora che è bene, per restare un po’ più tranquilli, innanzitutto capire, se è davvero così semplice effettuare un’operazione di questo tipo (spoiler: no) e soprattutto quali sono i metodi per proteggersi da tali tentativi.

Nella prima parte dell’approfondimento tratterò dunque a livello generale quali sono le principali strade che usualmente tenta di percorrere chi si chiede come spiare il telefono del partner, così che tu possa comprendere per bene a cosa prestare attenzione in ottica di protezione. D’altro canto, per capire come difendersi, cosa che approfondirò nella seconda parte della guida, è sempre bene prima sapere a cosa si fa riferimento.

Chiaramente le informazioni presenti in questa sede sono esclusivamente a scopo difensivo; anche perché è sempre bene ricordare che spiare lo smartphone di un’altra persona, se non c’è l’espresso consenso di quest’ultima, comporta una grave violazione della privacy, nonché un potenziale reato punibile a norma di legge. Non mi assumo dunque alcuna responsabilità circa l’uso scorretto delle informazioni, che sono comunque generiche e orientate alla protezione della privacy.

Indice

Come fanno i malintenzionati a spiare lo smartphone

Come accennato in precedenza, quando qualcuno si chiede come spiare il telefono del proprio partner purtroppo sono diverse le strade che ha a disposizione. Questo vale anche quando a tentare di mettere in atto questo tipo di operazioni sono persone terze, dunque è sempre bene, per capire come proteggere al meglio la propria privacy, sapere quali sono i principali metodi utilizzati in questo tipo di contesto. D’altro canto, nell’ambito della cybersecurity la conoscenza di quanto accade in generale è di fondamentale importanza per comprendere dove vanno applicati i giusti sistemi di sicurezza.

Ingegneria sociale

Ingegneria sociale hacker

Una delle questioni principali da tenere in considerazione in questo ambito è relativa alle cosiddette tecniche di ingegneria sociale. È con queste modalità, infatti, che potrebbero essere perpetrate operazioni di spia.

Si fa riferimento a una questione che non sfrutta falle di sicurezza del dispositivo, ma che tenta di convincere il proprietario dello smartphone a fornire con una scusa, per esempio, il codice di sblocco. Nel caso del partner, d’altro canto, non sono poche le situazioni del quotidiano in cui questo potrebbe riuscire ad accedere al dispositivo senza farsi vedere, riuscendo poi a sbloccarlo con il relativo codice ottenuto per altri motivi (per esempio per effettuare una chiamata in un altro contesto). Anche in ambito casalingo, insomma, vale la pena mantenere attivi i sistemi di sblocco, senza fornire i relativi codici ad altri. Questo anche semplicemente per evitare che i più piccoli della famiglia possano sbloccare lo smartphone e commettere errori utilizzandolo.

Detto questo, ovviamente nell’ambiente casalingo c’è di mezzo l’importante questione della fiducia ed essere ossessionati da questo tipo di questione, in assenza di prove concrete, è indubbiamente eccessivo. Tuttavia, se hai per esempio conosciuto da poco una persona e hai notato strani comportamenti, per esempio l’installazione di strane applicazioni dopo che hai prestato lo smartphone a quest’ultima per una telefonata, puoi prestare attenzione a livello generale (soprattutto per quel che riguarda il prestare il dispositivo a sconosciuto). È sempre bene, però, valutare per bene la situazione, cercando di comprendere se l’altra persona ha effettivamente sfruttato un tuo momento di fragilità per mettere in atto operazioni di questo tipo oppure se si tratta semplicemente di qualcosa a cui stai pensando senza prove concrete. In assenza di queste ultime, insomma, probabilmente è meglio evitare.

Vista la complessità di questo tipo di situazione, ti consiglio comunque di dare un’occhiata ai successivi capitoli della guida, che permettono di capire meglio se ci sono strane app sul tuo dispositivo. La relativa presenza non significa per forza di cose che sia stato il partner a eseguire l’operazione in questione, ma può aiutarti a comprendere meglio se effettivamente c’è qualcosa che non va.

App spia

App spia hacker

Adesso che sei a conoscenza della questione relativa alle tecniche di ingegneria sociale, che si basano sulle fragilità umane e spesso sull’accesso fisico al dispositivo, direi che è giunta l’ora di trattare ciò che potrebbe venire installato, ovvero le app spia. Come avrai già intuito, questi applicativi hanno il solo scopo di controllare tutto ciò che l’utente spiato fa sul proprio smartphone e, infatti, sono in grado di accedere al registro delle chiamate e dei messaggi, registrare ciò che viene digitato sulla tastiera, verificare quali applicazioni vengono installate o utilizzate e altro ancora. Alcune sono così potenti da riuscire a prendere il controllo del microfono e della fotocamera del dispositivo spiato.

Sappi, però, che nel corso degli anni i sistemi di sicurezza integrati negli smartphone si sono fatti sempre più avanzati, dunque soluzioni di questo tipo potrebbero dover utilizzare il root su Android o il jailbreak su iPhone (o i backup di iCloud dovendo però accedere all’ID Apple, per esempio) per riuscire a funzionare a tutto tondo. Come accennato in precedenza, insomma, per fortuna effettuare questo tipo di operazione all’insaputa del proprietario dello smartphone non è poi così immediato. Va da sé che, se riscontri la presenza del root o del jailbreak da un momento all’altro, dopo che hai prestato per un tempo prolungato un dispositivo all’altra persona, ti puoi fare qualche domanda.

Più che altro, però, puoi cercare l’eventuale presenza sul tuo dispositivo di soluzioni che non hai installato, valutando per esempio la presenza di mSpy (che, come spiegato nel relativo tutorial, è una delle app più utilizzate per controllare le attività dei propri figli, ma purtroppo qualcuno potrebbe tentare di utilizzare questo tipo di soluzione con altre finalità). Per quanto applicazioni simili siano pensate più che altro per il controllo parentale o comunque per operazioni che possono effettivamente tornare utili nel quotidiano, un utilizzo scorretto delle stesse potrebbe esporre i tuoi dati a terzi. Questo è anche il motivo per il quale più avanti nel corso del tutorial ti illustrerò come verificare quali sono le app installate sul tuo smartphone.

App antifurto

App antifurto attenzione

Un’altra categoria da tenere in considerazione, in modo simile a quanto già indicato nel capitolo sulle app spia, sono le app antifurto, che possono avere nomi come Cerberus, per fare un esempio. Come puoi intuire dal loro nome, le app antifurto nascono in realtà per uno scopo più che legittimo: aiutare gli utenti a ritrovare il proprio dispositivo in caso di furto o smarrimento.

Ci sono però stati casi di utilizzo improprio, ovvero per spiare le attività svolte dal proprio partner, ad esempio per monitorare i suoi spostamenti, grazie all’accesso alla posizione offerte da queste ultime, o per ottenere informazioni, come il registro chiamate, da remoto. In alcuni casi, si potrebbe riscontrare un utilizzo simile anche delle soluzioni antifurto integrate “di serie” su Android e iPhone. Presta, insomma, attenzione a eventuali impostazioni di questo tipo, soprattutto se pensi di aver lasciato accesso allo smartphone a una persona poco affidabile. È sempre bene ricordarsi che oggi lo smartphone è la nostra porta d’accesso a tanti servizi importanti, dunque il mantenimento della privacy è una cosa non di poco conto.

Se, dunque, un tempo prestare un dispositivo per una telefonata poteva comportare un rischio fino a un certo punto, oggi la questione può rivelarsi più importante. Certo, il tutti va valutato situazione per situazione, ma come già detto in ambito cybersecurity è sempre bene ragionare a mente fredda e l’impostazione di metodi di sblocco validi può quantomeno consentirti di proteggere il dispositivo a livello di base nel caso in cui finisca in mani sbagliate.

App per il parental control

App per parental control

Al netto delle app spia e delle app con funzioni antifurto, le app per il parental control possono purtroppo essere utilizzate per fini spionistici. Pur non essendo complete e “potenti” come quelle destinate esclusivamente alle attività di spionaggio, sono d’altro canto più facili da configurare e si possono scaricare liberamente dal Play Store o dall’App Store (in quanto, come già precedentemente accennato, si fa riferimento ad applicazioni che hanno funzioni di base che tornano utili per altre questioni legittime).

Forzando il funzionamento delle app per il parental control, si possono tracciare SMS, chiamate, siti Web e applicazioni utilizzate. Inoltre, è possibile scoprire in qualsiasi momento la posizione geografica del dispositivo e si può comandare quest’ultimo a distanza in modo che scatti foto, realizzi video o registri l’audio di quello che accade nei paraggi. Se noti, insomma, senza motivo la presenza sul tuo smartphone di nomi come Qustodio o simili, ti puoi fare qualche domanda.

Accessi non autorizzati ad app comuni

Accessi non autorizzati ad app comuni

A questo punto della guida, avrai ormai ben compreso che, in contesti come questi, spessi ciò che viene usualmente fatto è utilizzare app legittime in modo scorretto. È qui che entrano in gioco gli accessi non autorizzati ad applicazioni comuni, tanto che spesso si fa riferimento alla questione WhatsApp.

In parole povere, per accedere alle comunicazioni altrui senza che l’altra persona se ne accorga, i malintenzionati nel corso degli anni hanno tentato di utilizzare anche la funzione multi-dispositivo di WhatsApp, che consente di utilizzare il popolare servizio di messaggistica istantanea anche su dispositivi diversi dallo smartphone. Per riuscire a “duplicare” le chat in questo modo è necessario aver avuto a disposizione fisicamente lo smartphone almeno una volta, ma come già spiegato le situazioni in cui questo può accadere nel quotidiano non mancano.

Chiaramente quello di WhatsApp è solo un esempio, visto che accessi non autorizzati di questo tipo potrebbero essere effettuati anche per altri servizi, motivo per il quale, come ti indicherò meglio più avanti, è bene controllare gli accessi. Per il resto, al netto delle questioni indicate in questa sede relative ai principali metodi che si sono fatti notare negli anni in questo campo, potrebbe interessarti dare un’occhiata in generale alla mia guida su come fanno i malintenzionati a hackerare i dispositivi per saperne di più in generale sui moderni problemi di sicurezza informatica.

Come evitare di farsi spiare lo smartphone

Dopo aver visto per sommi capi quali sono i sistemi che i malintenzionati tentano usualmente di sfruttare in questo ambito e averti fornito anche qualche dritta di base per evitare alcune problematiche, direi che è arrivato il momento di entrare nel vivo della guida e approfondire le questioni più importanti per quel che riguarda la protezione del proprio smartphone.

Controllare le app installate

Controllare app installate smartphone

Individuare le eventuali app spia, o comunque le app antifurto e/o le app per il parental control installate senza autorizzazione e disinstallarle è sicuramente la prima operazione da effettuare in questo ambito.

Se utilizzi uno smartphone Android e temi che qualcuno stia tenendo sotto controllo le tue attività, potresti dunque reputare importante mettere in pratica le seguenti indicazioni.

  • Analizza le icone presenti nella barra di stato: alcune app, come ad esempio quelle per il parental control, non nascondono la loro presenza sullo smartphone e quindi è possibile scovarle facilmente controllando le icone presenti nella barra di stato, ovvero quella situata nella parte superiore dello schermo.
  • Controlla la lista delle app che possono controllare il tuo dispositivo: le applicazioni spia hanno bisogno di permessi “speciali” per funzionare. Per scoprire quali app hanno accesso a questi permessi sul tuo smartphone, in genere puoi recarti nel percorso Impostazioni > Sicurezza e privacy e dare un’occhiata a quanto indicato, per esempio, nella sezione Dashboard della privacy. Se il tuo smartphone è stato sottoposto al root, controlla anche la lista di app alle quali sono stati concessi i permessi di root, recandoti per esempio nell’app SuperSU/SuperUser e verificando se tra queste app ce ne sono alcune sospette. Se sì, revoca loro i permessi di amministrazione concessi, facendo tap sull’icona #. In generale, però, ti sconsiglio di effettuare il root ai dispositivi al giorno d’oggi, visto che è ormai diventato poco utile. Ulteriori dettagli qui.
  • Disinstalla le applicazioni “sospette”: una volta trovate delle applicazioni “sospette”, aiutandoti magari con ricerche specifiche su Google per comprendere di cosa si tratta, oltre a disattivare i relativi permessi, cancellale dal tuo smartphone. Per farlo, in genere ti basta recarti nel percorso Impostazioni > App, selezionare i loro nomi e fare tap sul pulsante Disinstalla nella pagina che compare a schermo. Maggiori dettagli qui.
  • Resetta Android: se non hai trovato applicazioni “sospette”, ma credi ancora che il tuo cellulare sia sotto controllo, una soluzione che hai a tua disposizione è riportare il dispositivo allo stato fabbrica resettandolo. Maggiori info qui.

Utilizzi un iPhone? In questo caso prova a recarti nel menu Impostazioni > Generali > Spazio su iPhone e controlla se nella lista delle app installate sul dispositivo c’è qualche nome “sospetto”. In tal caso, seleziona il nome dell’app e fai tap sul pulsante Elimina app per rimuoverla dal dispositivo. Ti consiglio poi di dare un’occhiata al percorso Impostazioni > Generali > VPN e gestione dispositivo, per vedere se ci sono app indesiderate che hanno installato dei profili VPN (talvolta sfruttati dalle app spia per monitorare le attività degli utenti). Nel caso ci sia qualcosa non impostato da te,, eliminalo.

Se hai poi un iPhone sottoposto alla procedura di jailbreak, prova anche ad aprire Safari e a collegarti agli indirizzi localhost:8888 e localhost:4444. Molte applicazioni spia che funzionano solo tramite jailbreak vengono infatti svelate digitando questi indirizzi nel browser. Per rimuovere le applicazioni spia dagli smartphone sottoposti al jailbreak devi agire da Cydia e rimuovere i pacchetti relativi a esse. In generale, però, ritengo che al giorno d’oggi il jailbreak in generale possa risultare poco utile, dunque potrebbe interessarti approfondire meglio l’effettiva necessità di averlo a fronte dei potenziali problemi di sicurezza che ciò può comportare.

Al netto di questo, se per qualche motivo temi, a livello generale, che qualcuno stia spiando il tuo iPhone ma non trovi applicazioni sospette da eliminare, riporta il dispositivo alle impostazioni di fabbrica seguendo il mio tutorial su come resettare l’iPhone.

Impostare un sistema di sblocco

Impostare un sistema di sblocco smartphone

Per motivi già citati a più riprese nel corso della guida, usare un PIN di sblocco sicuro è fondamentale se vuoi impedire che terzi possano prendere il controllo del tuo dispositivo. Anziché impostare lo sblocco con la sequenza, dunque, imposta quantomeno un PIN o una password difficili da indovinare o, ancora meglio, attiva lo sblocco tramite impronta digitale e/o riconoscimento del volto, qualora il modello di smartphone in tuo possesso disponga di simili opzioni di protezione.

Per procedere in tal senso su Android, in genere basta recarsi nel perccorso Impostazioni > Sicurezza > Blocco Schermo > PIN e impostare il codice. Se hai un iPhone, invece, recati in Impostazioni > Face ID e codice o Touch ID e codice > Aggiungi codice o Cambia codice. I percorsi da seguire possono variare a seconda del modello di smartphone a tua disposizione e della versione del sistema operativo installata, ma per saperne di più potrebbe interessarti consultare gli approfondimenti relativi a come sbloccare uno smartphone, come impostare l’impronta digitale e come mettere il Face ID.

Gestire la privacy delle notifiche

Gestire la privacy delle notifiche smartphone

Se sul tuo smartphone non sono installate app-spia o, comunque, altre soluzioni che permettono di monitorare a distanza le attività svolte sullo stesso e hai già preso le giuste prevenzioni relative allo sblocco del dispositivo, potresti comunque essere spiato tramite tecniche di spionaggio per certi versi più “grezze”, ma ugualmente efficaci. Quali? Ad esempio, il tuo partner potrebbe tentare di leggere il contenuto delle notifiche che compaiono nella schermata di blocco, se le hai lasciate attive.

Per ovviare a questo problema, potresti decidere di non mantenere le notifiche in chiaro. Per riuscirci, puoi recarti nelle Impostazioni del tuo dispositivo e bloccare la visualizzazione delle notifiche nella lock-screen, come indicato di seguito.

  • Su Android: in genere è possibile recarsi nel percorso Impostazioni > Sicurezza > Blocco Schermo > PIN, impostare un PIN e selezionare l’opzione che consente di nascondere solo i contenuti sensibili. Tutto dipende, però, dal modello che si ha a disposizione, quindi puoi cercare, in generale, opzioni relative alla gestione delle notifiche.
  • Su iPhone: recati nel percorso Impostazioni > Notifiche, seleziona l’app per la quale non vuoi visualizzare le notifiche nella lock-screen (per esempio, WhatsApp, Telegram, Messaggi e così via) e togli la spunta dall’opzione Schermata di blocco. Al netto di questo, puoi approfondire le opzioni disponibili in basso nella sezione Aspetto schermata di blocco.

Se ti interessa, per il resto, approfondire la situazione, potrebbe farti piacere consultare quanto indicato nella mia guida su come evitare di visualizzare i messaggi sul blocco schermo.

Controllare gli accessi

Controllare gli accessi smartphone

Un’altra questione di protezione che potrebbe interessarti tenere in considerazione, visto quanto indicato nel capitolo relativo a WhatsApp e app simili, è relativa al controllo degli accessi. Questo può infatti consentirti di capire se qualcuno sta “duplicando” le chat su un altro dispositivo.

Per vedere a quali dispositivi è associato attualmente il tuo account WhatsApp, per esempio, in genere ti basta aprire l’app, premere sull’icona dei tre puntini in alto a destra e fare tap sulla voce Dispositivi collegati. In questo modo, vedrai gli ultimi accessi e gli ulteriori dispositivi associati al tuo account, se ce ne sono. Nel caso in cui qualcuno abbia seguito la classica procedura di abbinamento con QR Code a tua insaputa, puoi eliminare i collegamenti presenti. In questo modo, infatti, “taglierai fuori” chi sta “duplicando” le chat sul dispositivo indicato.

La procedura da seguire può variare leggermente a seconda del dispositivo coinvolto e come già detto quello di WhatsApp è solo un esempio (visto che gli accessi non autorizzati potrebbero riguardare un po’ tutte le app), ma per maggiori dettagli potrebbe interessarti seguire il mio tutorial specifico su come scollegare WhatsApp da un altro dispositivo.

Altre soluzioni per proteggere lo smartphone

Altre soluzioni per proteggere lo smartphone

Andando oltre alle principali questioni di protezione e prevenzione indicate finora, direi che vale la pena soffermarsi rapidamente, nella fase conclusiva del tutorial, su altre questioni che puoi tenere a mente in questo contesto.

  • Non lasciare incustodito lo smartphone: viste le questioni indicate nel capitolo iniziale della guida, capisci bene che lasciare incustodito il dispositivo non è saggio. Ecco allora che puoi prestare un più attenzione su questo fronte, al netto dell’impostazione di un sistema di sblocco avanzato.
  • Mantenere aggiornato il dispositivo: potrebbe sembrare scontato, ma è sempre bene ricordare che, quando si tratta di cybersecurity a livello generale, mantenere aggiornato sia il sistema operativo (che sia Android o iOS) che le app in uso sullo smartphone è importante non solo per poter accedere alle funzioni più recenti, ma anche per mantenere protetto il più possibile il dispositivo.
  • Evitare di utilizzare reti Wi-Fi dubbie: se noti, in generale, la presenza di strane reti Wi-Fi, evita il più possibile di collegarti a queste ultime, dato che altrimenti i tuoi dati potrebbero essere esposti. Certo, oggi per fortuna esistono avanzati sistemi di cifratura pensati per mantenere al sicuro i dati più sensibili, ma se proprio hai la necessità di collegarti a una rete di questo tipo puoi proteggere ulteriormente la tua privacy mediante l’utilizzo di servizi VPN come i popolari NordVPN (qui la mia recensione), Surfshark (la mia recensione qui), ExpressVPN e PrivadoVPN.

Per il resto, al netto di quanto indicato in questa sede, potrebbe farti piacere approfondire le indicazioni presenti nelle mie guide su come eliminare i software spia dallo smartphone e su come non farsi hackerare lo smartphone. Lì, infatti, sono sceso nel dettaglio delle questioni relative alle principali minacce informatiche, al netto di quanto accade in genere in ottica partner.

Salvatore Aranzulla

Autore

Salvatore Aranzulla

Salvatore Aranzulla è il blogger e divulgatore informatico più letto in Italia. Noto per aver scoperto delle vulnerabilità nei siti di Google e Microsoft. Collabora con riviste di informatica e cura la rubrica tecnologica del quotidiano Il Messaggero. È il fondatore di Aranzulla.it, uno dei trenta siti più visitati d'Italia, nel quale risponde con semplicità a migliaia di dubbi di tipo informatico. Ha pubblicato per Mondadori e Mondadori Informatica.