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Come formattare SSD

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Dopo aver letto la mia guida dedicata ai migliori SSD e aver compreso che le prestazioni di queste unità sono di gran lunga superiori rispetto a quelle dei classici hard disk meccanici, hai deciso di acquistarne uno per rendere ancora più veloce il computer che possiedi. Una volta installato il nuovo disco, però, ti sei reso conto di non avere la più pallida idea di come formattarlo e renderlo utilizzabile: per questo motivo, hai immediatamente aperto Google alla ricerca di una guida che potesse insegnarti a farlo e, anche questa volta, sei capitato proprio sul mio sito.

Lascia che te lo dica: capiti proprio nel posto giusto, in un momento che non poteva essere migliore! Nel corso di questo tutorial, infatti, sarà mia premura spiegarti per filo e per segno come formattare SSD nel modo più semplice possibile. In primo luogo, ti fornirò una serie di istruzioni utili per affrontare al meglio quest’operazione, guidandoti, per esempio, nella scelta del file system più adatto alle tue necessità. Successivamente, ti illustrerò tutti i passaggi necessari per eseguire questo compito attraverso una serie di strumenti utili allo scopo: i software di gestione dei dischi per Windows e macOS e la riga di comando.

Dunque, senza esitare un momento in più, ritaglia qualche minuto del tuo tempo libero per te e leggi con molta attenzione tutto quanto ho da dirti sul tema: sono sicuro che, conclusa questa guida, avrai le idee ben chiare sul da farsi e riuscirai a soddisfare il tuo bisogno in men che non si dica. Detto ciò, non mi resta altro da fare, se non augurarti buona lettura.

Indice

Informazioni preliminari

Come formattare SSD — Informazioni preliminari

Prima ancora di entrare nella parte “calda” di questa guida e spiegarti, nel concreto, come formattare SSD, è bene che tu sia al corrente di alcune informazioni che ti aiuteranno a concludere al meglio questa procedura.

Per prima cosa, poiché la formattazione di un SSD comporta la perdita totale dei dati presenti al suo interno, ti consiglio di creare delle copie di backup, qualora l’unità in questione contenga dei dati per te importanti. Se non hai la più pallida idea di come muoverti in tal senso, ti consiglio la lettura del mio tutorial su come effettuare il backup del PC, nel quale ti ho fornito alcune ottime dritte per far fronte all’esigenza che ti si è posta.

È poi fondamentale scegliere il file system da utilizzare per la formattazione del disco, ossia quel “meccanismo” che determina le modalità di archiviazione e gestione dei file sul disco, la dimensione massima di questi ultimi e, non di meno, la compatibilità dell’unità SSD con i vari dispositivi e sistemi operativi. Di questo aspetto, però, ci occuperemo più avanti.

Inoltre, soprattutto quando la formattazione riguarda un SSD nuovo di zecca (e, di conseguenza, privo di file system), potrebbe essere necessario scegliere anche la modalità di scrittura del settore d’avvio del disco, ossia di quella zona che fa da “indice” circa le modalità di partizionamento dello stesso, e la posizione fisica delle varie porzioni di file. Nel momento in cui scrivo, le due tabelle delle partizioni più comuni sono le seguenti.

  • MBR, o Master Boot Record: introdotto a partire dal 1983, questo standard consente di gestire dischi di capienza massima pari a 2 TB, per un massimo di 4 partizioni per disco, e offre il massimo livello di compatibilità inter-dispositivo. Tralasciando i vari aspetti tecnici riguardanti l’accesso al disco e la sicurezza dei dati, si può affermare che MBR va usato obbligatoriamente su dischi destinati a vecchie edizioni di Windows, oppure che devono fungere come SSD d’avvio per PC Windows non dotati di sistema UEFI, ma di BIOS.
  • GPT, o GUID Partition Table: è la naturale evoluzione dello schema MBR, che abolisce il limite dei 2 TB, quello delle 4 partizioni e migliora i meccanismi di sicurezza atti, nello specifico, a preservare l’integrità dei dati anche in situazioni non prevedibili. Le unità SSD formattate con schema GPT possono essere usate come disco d’avvio su tutti i PC Windows dotati di sistema UEFI, ma anche su qualsiasi altro computer munito di sistema operativo basato su Unix (come macOS e Linux, per farti un paio di esempi). Le più recenti edizioni dei sistemi operativi desktop possono invece leggere e scrivere, senza alcun problema, da e su dischi che seguono lo schema GPT, a prescindere dalla presenza di BIOS oppure di UEFI.

Tirando le somme, a meno che tu non abbia esigenze particolari, faresti meglio a optare per lo schema MBR; se, invece, sai che l’unità SSD dovrà essere impiegata per ospitare il sistema operativo Windows su un computer dotato di firmware UEFI, faresti meglio a optare per GPT. Se non sai cosa scegliere, lascia invece che sia il sistema operativo a occuparsi di tutto.

Un altro consiglio che mi sento di darti è quello di preferire, per quanto riguarda gli SSD, la formattazione veloce e non quella a basso livello, o completa. Ti spiego subito il perché: questo tipo di formattazione, non procede alla sovrascrittura dei dati già presenti sul disco, ma “fa credere” al sistema operativo che essi non siano più presenti, liberando, di fatto, lo spazio precedentemente occupato dai vecchi dati (che vengono sovrascritti man mano che il disco viene utilizzato).

La formattazione completa, al contrario, elimina fisicamente i vecchi dati dal disco, sovrascrivendoli uno o più volte con il carattere “0” (zero) o con una serie di caratteri casuali. In tal modo, i dati vengono resi difficilmente recuperabili tramite gli appositi software, tuttavia, in fase di formattazione, vengono eseguiti più cicli di sovrascrittura consecutivi.

Poiché la durata nel tempo delle unità SSD è fortemente influenzata dal numero di scritture eseguite nelle varie celle di memoria, è consigliabile comunque affidarsi alla formattazione rapida, a meno che non si voglia disfarsi dell’unità (o del computer in cui essa è contenuta) e si tema che qualcuno possa andare a recuperare i file cancellati.

Come formattare SSD esterno: funzioni “di serie”

Per iniziare, vediamo innanzitutto come formattare un disco SSD esterno usando le utility presenti in Windows e macOS. Mi raccomando: abbi cura di collegare il disco al computer tramite USB (o altra porta disponibile) e, onde evitare spiacevoli errori e perdite di dati impreviste, controlla con attenzione che il drive sul quale stai per intervenire corrisponda effettivamente all’unità SSD esterna.

Come formattare SSD esterno per Windows

Come formattare SSD

Per iniziare, vediamo innanzitutto come formattare SSD esterno per l’uso esclusivo su sistemi operativi Windows. In questo frangente, a meno che tu non abbia particolari esigenze (ad es. usare il disco anche su sistemi operativi diversi), ti consiglio di adottare il file system NTFS, ossia quello predefinito di Windows: NTFS abolisce i limiti del “vecchio” file system FAT32 e consente di gestire, senza alcun problema, file più grandi di 4 GB e partizioni di capacità maggiori a 32 GB.

Dopo aver collegato l’unità SSD al computer, se la hai appena acquistata (e, pertanto, non è stato creato un file system valido), oppure se risulta già formattata con un file system non riconosciuto da Windows, ti verrà mostrata una finestra indicante l’impossibilità, da parte del sistema operativo, di riconoscere il disco: quando ciò avviene, premi sul pulsante per formattare il disco, in modo da aprire la finestra dedicata.

Come formattare SSD

Se, invece, vuoi formattare un SSD correttamente riconosciuto, procedi in questo modo: per iniziare, apri l’Esplora File di Windows (cliccando sul simbolo della cartella gialla presente nella barra delle applicazioni, oppure premendo la combinazione di tasti Win+E sulla tastiera) e premi sulla voce Questo PC/Computer, situata di lato. Ora, individua l’icona dell’unità SSD da formattare, fai clic destro su di essa e seleziona la voce Formatta…, dal menu che va ad aprirsi.

Nella schermata che ti viene mostrata in seguito, seleziona il file system che intendi usare per formattare il disco dall’apposito menu a tendina (in questo caso, NTFS), indica il nome che vorresti assegnare all’SSD nel campo di testo Etichetta di volume e, dopo esserti sincerato della presenza del segno di spunta accanto alla voce Formattazione veloce, clicca sul pulsante Avvia, in modo da dare inizio alla formattazione del drive.

Qualora non riuscissi a formattare il disco SSD perché Windows ti chiede di inserire un disco nell’unità, perché visualizza un errore indicante l’impossibilità di formattare il disco o perché, nonostante il corretto collegamento, l’unità non viene affatto riconosciuta dal computer, è molto probabile che sia necessario riscrivere da zero anche lo schema delle partizioni.

Se ti ritrovi in questa situazione, puoi formattare comunque l’unità SSD senza installare programmi esterni, avvalendoti dell’utilità di gestione dischi di Windows: per avviarla, fai clic destro sul pulsante Start (oppure premi la combinazione di tasti Win+X sulla tastiera) e seleziona la voce Gestione disco, dal menu che compare. In alternativa, premi la combinazione Win+R sulla tastiera, impartisci il comando diskmgmt.msc nella casella di testo che va ad aprirsi e dai Invio.

Come formattare SSD

Dopo qualche istante, dovresti visualizzare l’utilità Gestione Disco di Windows, contenente la lista dei dischi collegati al sistema: se, effettivamente, l’unità SSD esterna non è allocata o non presenta partizioni utili per la scrittura, la sua icona sarà sovrastata da una barra di colore nero e contraddistinta dalla dicitura non allocata (oltre che dalla voce rimovibile).

Per formattare l’SSD e rendere il disco utilizzabile, fai clic destro sulla sua icona, seleziona la voce Nuovo volume semplice… dal menu che ti viene proposto e segui la procedura a schermo per creare una nuova partizione: clicca sul pulsante Avanti, specifica le dimensioni della partizione nell’apposito campo di testo (lascia il campo invariato se vuoi creare un’unica partizione che occupi l’intera unità) e clicca ancora sul pulsante Avanti.

Ora, apponi il segno di spunta accanto alla voce Assegna lettera di unità, premi sul bottone Avanti, specifica il file system (in questo caso, NTFS) e l’etichetta di volume da applicare alla partizione. Per finire, apponi il segno di spunta accanto alla voce Esegui formattazione veloce e clicca ancora sui pulsanti Avanti e Fine, per avviare il processo di formattazione. Per impostazione predefinita, le nuove partizioni così create seguiranno lo schema MBR.

Come formattare SSD esterno per Mac

Come formattare SSD esterno per Mac

Se disponi di un Mac, puoi formattare qualsiasi disco — interno o esterno che sia — mediante l’Utility disco integrata “di serie” nel sistema operativo. Per avviarla, apri il Launchpad, clicca sulla cartella Altro e, successivamente, sull’icona del programma; in alternativa, puoi trovare l’icona di Utility disco anche nel menu Vai > Utility del Finder.

Ad ogni modo, una volta avviata l’applicazione in oggetto, seleziona il nome dell’unità SSD che intendi formattare dalla barra laterale di sinistra della schermata che si apre e clicca sul bottone Inizializza, collocato in alto. Ora, indica il file system che intendi usare, scegliendolo dal menu a tendina Formato: se è tua intenzione formattare il disco per l’uso esclusivo sulle più recenti edizioni di macOS, seleziona la voce APFS; se, invece, desideri usare l’unità SSD anche su computer Apple non recentissimi, scegli invece l’opzione macOS esteso journaled (HFS+).

Come schema, scegli di voler usare la Mappa partizione GUID e indica poi il nome da assegnare all’unità SSD, all’interno dell’apposito campo. Adesso, fai clic sul pulsante Opzioni di sicurezza…, per regolare il numero di sovrascritture da effettuare: a meno che tu non voglia disfarti del disco, ti consiglio di spostare il cursore all’estrema sinistra (opzione Più veloce), al fine di effettuare meno scritture possibili, allungando, dunque, la “vita” del tuo SSD. Quando hai finito, fai clic sui pulsanti OK e Inizializza, per avviare la formattazione dell’unità SSD.

Nota: se l’unità SSD è priva di file system e/o di schema per le partizioni, il sistema operativo potrebbe chiederti, subito dopo l’inserimento, se usarla come disco di backup per Time Machine. A meno che tu non intenda impiegare l’unità proprio per il suddetto motivo, premi sul pulsante Non utilizzare e procedi con la formattazione del disco, così come visto poc’anzi.

Come formattare SSD esterno per Mac e Windows

Come formattare SSD esterno per Mac e Windows

Se hai necessità di formattare SSD esterno per usarlo sia con Mac che con Windows, puoi usare entrambe le utility menzionate poc’anzi, avendo cura di selezionare il file system e il formato del disco (solo su Mac) in maniera opportuna. Per quanto riguarda quest’ultima opzione, prediligi sempre lo schema MBR, onde evitare problemi di compatibilità tra i due sistemi operativi; parlando, invece, di file system, puoi formattare il disco sia in FAT 32, che in exFAT: di seguito ti elenco le differenze tra i due standard.

  • FAT32/MSDOS: rappresenta di certo il file system più datato tra quelli ancora “in auge”, ma è anche quello in grado di garantire compatibilità con la quasi totalità dei dispositivi e dei sistemi operativi esistenti. Esso, però, presenta diversi limiti: non è in grado di gestire file più grandi di 4 GB, è soggetto a frammentazione (e ciò influisce sui tempi di lettura e scrittura dei dati) e non supporta partizioni più grandi di 32 GB.
  • exFAT — è la “evoluzione” di FAT32, che abolisce il limite dei 4 GB per file e dei 32 GB per singola partizione. Anche exFAT è compatibile con molti dispositivi e sistemi operativi, anche se in numero minore rispetto a FAT32, e non presenta alcun problema di compatibilità con le varie edizioni di Windows, né di macOS.

Tirando le somme, a meno che tu non abbia necessità di usare il disco anche con dispositivi differenti dal PC Windows e dal Mac, il mio consiglio è quello di prediligere il file system exFAT.

Se lo desideri, puoi altresì formattare l’unità in NTFS (che ti ricordo essere il file system predefinito di Windows), ma ciò comporterebbe qualche restrizione sui computer Apple: macOS può leggere nativamente i dischi con file system NTFS, ma non può scrivere su di essi, a meno di non installare i driver NTFS necessari. Inoltre, in assenza dei suddetti driver, non è possibile formattare in NTFS dischi, chiavette e altre unità attraverso il Mac, tienine conto.

Come formattare SSD per installare Windows 10

Come formattare SSD per installare Windows 10

Hai acquistato un nuovo disco SSD, hai avuto modo di inserirlo nel computer e ora e vuoi formattarlo, così da poter installare una nuova copia di Windows 10 (o di qualsiasi altra edizione di Windows) su di esso? In tal caso, ti sarà utile sapere che il programma d’installazione di Windows 10 consente di formattare il disco e/o la partizione di sistema direttamente in fase di setup.

Per riuscirci, è sufficiente avviare il computer dal supporto che contiene Windows 10, scegliere di voler effettuare un’installazione avanzata del sistema operativo e raggiungere poi la schermata di selezione del disco. Una volta lì, è sufficiente selezionare il disco SSD da formattare, premere sul pulsante Elimina e, dopo aver dato conferma, premere sul nuovo spazio non allocato e andare avanti, così da consentire a Windows di formattare automaticamente il disco e di copiare i file necessari all’esecuzione del sistema operativo. Per saperne di più, da’ un’occhiata alla guida in cui ti spiego come formattare il PC con Windows 10.

Altrimenti, se ti appresti a sostituire il tuo vecchio hard disk meccanico con una nuova unità SSD, puoi semplificarti la vita e riversare il contenuto del primo disco — sistema operativo incluso — sul secondo: così facendo, non soltanto non dovrai eseguire manualmente l’installazione di Windows, ma ti ritroverai a usare la tua nuova — e più veloce — unità SSD in maniera del tutto “indolore”, senza perdere alcun file nel passaggio da un disco all’altro. Se ti interessa approfondire l’argomento, ti consiglio di prendere visione del tutorial in cui ti spiego, nel dettaglio, come clonare un hard disk con sistema operativo.

Altri metodi per formattare SSD

Altri metodi per formattare SSD

Come dici? Ritieni utili le soluzioni di cui ti ho parlato finora, ma avresti bisogno di software leggermente più avanzati, in grado di operare in maniera più dettagliata sulle partizioni dell’unità SSD o, addirittura, di gestirle dall’esterno del sistema operativo?

In tal caso, ti farà comodo sapere che alcuni software specificamente dedicati allo scopo sono in grado di cambiare “al volo” lo schema delle partizioni dell’unità, di operare su più dischi contemporaneamente e, addirittura, di programmare ed effettuare le operazioni di formattazione e ridimensionamento per dischi e partizioni in una fase che precede l’avvio vero e proprio del sistema operativo, servendosi di un particolare ambiente di lavoro (che, se basato su Windows, prende il nome di WinPE).

Quest’ultima caratteristica, per esempio, è molto utile qualora si intendesse agire sull’unità che contiene il sistema operativo attualmente installato: in caso contrario, non sarebbe infatti applicare le procedure viste in precedenza sulla partizione di sistema e si renderebbe assolutamente necessario agire dall’esterno dell’OS stesso. Tieni però presente che, in assenza di un secondo disco che contenga una copia funzionante del sistema operativo, è indispensabile reinstallarne subito una nuova copia per poter utilizzare nuovamente il computer.

Se ti interessa approfondire l’argomento, ti invito a leggere la mia guida dedicata ai programmi per partizionare hard disk, nella quale trovi tutte le delucidazioni del caso.

Salvatore Aranzulla

Autore

Salvatore Aranzulla

Salvatore Aranzulla è il blogger e divulgatore informatico più letto in Italia. Noto per aver scoperto delle vulnerabilità nei siti di Google e Microsoft. Collabora con riviste di informatica e cura la rubrica tecnologica del quotidiano Il Messaggero. È il fondatore di Aranzulla.it, uno dei trenta siti più visitati d'Italia, nel quale risponde con semplicità a migliaia di dubbi di tipo informatico. Ha pubblicato per Mondadori e Mondadori Informatica.