Come inizializzare un hard disk
Hai da poco acquistato un nuovo hard disk e non vedi l’ora di poterlo utilizzare: hai molti documenti, immagini, video e dati di vario genere da archiviare. Purtroppo, nel momento in cui l’hai collegato, apparentemente non è successo nulla: il nuovo dispositivo non compare nell’elenco delle risorse disponibili sul tuo PC.
Non disperare, non è affatto detto che il disco sia rotto. Anzi, molto probabilmente è necessario solo eseguire una procedura particolarmente comune quando si ha a che fare con un disco fisso mai usato prima: quella relativa all’inizializzazione dell’unità. Non temere, non è nulla di complesso o che richieda chissà quali competenze tecniche.
Se vorrai dedicarmi qualche minuto del tuo prezioso tempo, nei prossimi paragrafi ti illustrerò nel dettaglio come inizializzare un hard disk sui sistemi operativi Windows e macOS. Inoltre, per non lasciare nulla al caso, ti esporrò anche una serie di procedure alternative, applicabili su altre piattaforme. Sei pronto allora? Perfetto, in questo caso cominciamo subito! Non mi rimane che augurarti buona lettura e, soprattutto, buon lavoro!
Indice
- Informazioni preliminari: come organizzare il disco
- Come inizializzare un hard disk esterno o interno
- Come inizializzare un hard disk per Mac e PC
Informazioni preliminari: come organizzare il disco
La prima cosa da fare, quando si intende inizializzare un disco interno, esterno, meccanico oppure a stato solido, consiste nel definire a priori le modalità con cui i dati saranno organizzati al suo interno. Potrebbe sembrare un’operazione superflua, poiché molti sistemi operativi sono in grado di applicare impostazioni ottimali, ma è di fondamentale importanza qualora volessi sfruttare il disco su più sistemi operativi differenti.
L’inizializzazione di un disco è quella che predispone la memoria al riconoscimento da parte del dispositivo sul quale viene usato, previa creazione di un settore speciale — che “guida” il sistema operativo in fase di lettura dei dati e definisce lo stile delle partizioni in uso — e di almeno una partizione fisica (o volume fisico) non allocata.
Nel momento in cui scrivo, sono due gli stili di partizionamento più usati, e definiti in fase di inizializzazione: MBR e GPT. Un disco inizializzato in modalità MBR (Master Boot Record), archivia la tabella delle partizioni esclusivamente nel settore iniziale del disco, supporta dischi fino a 2 TB e consente di installare e avviare sistemi operativi in modalità BIOS, o UEFI Legacy, anche su vecchi PC.
Di contro, MBR supporta fino a un massimo di quattro partizioni primarie e, giacché la tabella delle partizioni è scritta soltanto nel primo settore del disco, il danneggiamento di quest’ultimo comporta l’illeggibilità completa delle partizioni e dei dati presenti in memoria.
GPT, invece, è un sistema di inizializzazione più moderno, che bypassa il limite dei 2 TB presente in MBR e aumenta a 128 il numero di partizioni primarie realizzabili (teoricamente, se ne possono creare un numero infinito).
La tabella delle partizioni, nello schema GPT, viene replicata su più posizioni del disco e sottoposta a controlli CRC: detta in soldoni, se subentrasse un danno hardware al primo settore che occupa la tabella delle partizioni, sarebbe comunque possibile recuperare i dati usando una copia replicata dello stesso.
All’atto pratico, i sistemi operativi moderni sono in grado di leggere sia dischi inizializzati in MBR che dischi inizializzati in GPT, questi ultimi decisamente più stabili e sicuri.
Tuttavia, se il disco in tua dotazione è destinato a ospitare un sistema operativo, devi valutare con attenzione questa scelta: i vecchi PC dotati di BIOS possono essere avviati esclusivamente da dischi MBR, mentre quelli con sistema UEFI possono essere avviati da dischi MBR (in modalità legacy), o GPT. Il sistema operativo macOS, invece, può essere installato solo ed esclusivamente su dischi GPT.
Adesso, passiamo al concetto di partizioni, o volumi: le partizioni altro non sono che delle suddivisioni virtuali del disco in unità, che vengono viste dai sistemi operativi come se si trattasse di memorie distinte e separate. Ve ne sono di due tipi: quelle primarie, solitamente destinate all’installazione dei sistemi operativi; e quelle estese, in grado di contenere ulteriori partizioni logiche (o volumi logici).
Di base, un disco appena inizializzato contiene una sola partizione primaria; al bisogno, è possibile poi affiancare a quest’ultima una partizione estesa e creare, al suo interno, altre partizioni logiche. Le partizioni logiche possono essere poi manipolate a piacere dell’utente, anche in un secondo momento e senza perdita di dati.
In fase di inizializzazione di un disco, è richiesto all’utente di scegliere sia il formato di partizionamento da usare (GPT o MBR), che il file system da usare per formattare la partizione primaria; alcuni software, poi, consentono altresì di procedere con la creazione della partizione estesa e la definizione delle partizioni logiche, con annessi file system.
Ma, di fatto, cosa è il file system? Detta alla veloce, si tratta dello schema secondo il quale i dati vengono strutturati su ogni singola partizione, e letti poi dal sistema operativo. Di seguito ti elenco i più importanti file system a oggi in uso.
- FAT32: è un file system compatibile con quasi tutti i sistemi operativi esistenti in circolazione, inclusi quelli presenti su TV, lettori da tavolo e altri dispositivi non propriamente portatili. Non è in grado di ospitare file più grandi di 4 GB, soffre di frammentazione se usato su HDD meccanici e, per struttura, tende a rendere i dati inconsistenti anche a seguito di imprevisti di piccola entità (ad es. un’interruzione improvvisa di corrente).
- exFAT: è l’evoluzione del FAT32, che bypassa i limiti sulla grandezza dei file e parte dei problemi derivanti dalla frammentazione e dalla potenziale inconsistenza dei dati. Non gode di compatibilità universale come il suo predecessore, ma è comunque supportato da una vasta gamma di device e sistemi operativi, sia in lettura che in scrittura: PC, Mac, smartphone, tablet, televisori da tavolo, impianti Hi-Fi moderni, casse intelligenti e così via.
- NTFS: si tratta del file system predefinito per i PC Windows e consente un’elevata compressione dei dati e una maggiore sicurezza mediante appositi sistemi di crittografia e la definizione di diritti di accesso e di condivisione di file e cartelle. La frammentazione dei dati è contenuta sui dischi meccanici ma, trattandosi di un file system proprietario Microsoft, potrebbe essere riconosciuto in sola lettura su sistemi operativi diversi da Windows (ad es. macOS, Linux o Android), a meno di non usare programmi proprietari.
- APFS, HFS+ e HFS: sono i file system proprietari di Apple, pensati esclusivamente per l’uso sui Mac e, in generale, sui dispositivi Apple. Non è possibile leggere dischi formattati in APFS, HFS+ e HFS su altri dispositivi, a meno di non installare manualmente dei driver specifici (che potrebbero comunque causare problemi di incompatibilità).
- ext 4/3/2 e reiserFS: sono i file system più adottati nel nel mondo UNIX. In particolare, ext4 e reiserFS rappresentano la scelta predefinita per molte distribuzioni Linux. Quanto a compatibilità, le partizioni di questo tipo difficilmente sono leggibili al di fuori del mondo Linux, a meno di non installare software aggiuntivi sul proprio OS.
Dunque, ricapitolando, inizializzare un disco significa definire lo stile di partizionamento usato (MBR o GPT) e creare automaticamente una partizione primaria/volume senza dati; in fase di inizializzazione, è altresì possibile creare una partizione estesa/volume esteso e realizzare al suo interno nuove partizioni logiche/volumi logici.
Formattare una partizione (o, impropriamente, formattare un disco) significa, invece, assegnare un file system a una o più partizioni, anche differenti tra loro, e far sì che i dati possano essere letti e scritti dal sistema operativo. Ciascuna partizione virtuale viene vista dal sistema operativo come un disco indipendente.
Nota: alterare il file system di una singola partizione comporta la perdita dei dati presenti sulla partizione. Modificare, invece, la tabella delle partizioni di un disco, provoca la perdita di tutti i volumi e di qualsiasi informazione archiviata sugli stessi.
Come inizializzare un hard disk esterno o interno
Fatte tutte le doverose precisazioni del caso, è arrivato il momento di spiegarti come inizializzare un disco interno o esterno, e come far sì che questo possa essere utilizzato per la scrittura dei dati. Prima di cominciare, assicurati che la memoria di tuo interesse risulti preventivamente collegata al computer.
Come inizializzare un hard disk SSD o meccanico su Windows
Iniziamo da Windows. Per inizializzare (o reinizializzare) un drive, devi usare l’utility Gestione Disco di Microsoft: per accedervi, ti basta aprire il menu Start, digitare il nome dell’utility nel campo di testo apposito e fare clic sul primo risultato ricevuto, che generalmente corrisponde alla voce Crea e formatta le partizioni del disco rigido. In alternativa, premi la combinazione di tasti Win+R sulla tastiera, digita l’istruzione diskmgmt.msc
al suo interno e dai Invio, per accedere alla medesima finestra.
Ora, se stai cercando di inizializzare un hard disk nuovo, è molto probabile che il gestore di Windows ti chieda, in automatico, di scegliere fin da subito lo stile di partizionamento che preferisci; quando ciò avviene, apponi il segno di spunta accanto allo stile di partizionamento che preferisci (MBR o GPT) e clicca sul pulsante OK, per procedere.
A questo punto il disco è inizializzato e correttamente riconosciuto dal sistema operativo, ma non può essere usato per l’archiviazione dei dati, in quanto privo di partizioni, o volumi; per far fronte alla cosa, fai clic destro sul grafico del disco (identificato dalla dicitura Non allocata) presente in basso, seleziona la voce Nuovo volume semplice… dal menu che va ad aprirsi e clicca sul pulsante Avanti.
Ora, definisci la dimensione massima del volume (lascia inalterata l’opzione predefinita, se vuoi che la partizione occupi tutto lo spazio disponibile), vai Avanti, indica la lettera con la quale desideri che la partizione venga riconosciuta e premi ancora sul pulsante Avanti.
Adesso, apponi il segno di spunta accanto alla voce Formatta questo volume con le impostazioni seguenti, indica il file system da usare tra quelli disponibili (puoi scegliere tra NTFS, exFAT e, talvolta, FAT32) e specifica un etichetta di volume da assegnare al disco, ossia un nome, se lo desideri.
Per concludere, clicca sui pulsanti Avanti e Fine e attendi qualche istante, affinché la partizione venga creata in automatico; se lo desideri, puoi procedere con la creazione di volumi aggiuntivi, facendo clic destro sullo spazio non allocato e seguendo i medesimi passaggi visti poc’anzi.
Come dici? Hai un disco già inizializzato in formato MBR e vorresti reinizializzarlo in formato GPT, o viceversa? Si può fare anche questo, ma sii consapevole che una nuova inizializzazione del disco comporta la cancellazione completa di tutte le partizioni precedenti e, in generale, di tutti i file e le cartelle presenti sul disco. Chiarito ciò, lascia che ti spieghi come procedere.
Innanzitutto, devi eliminare tutti i volumi/partizioni dal disco di tuo interesse: per farlo, individua il grafico del drive dalla parte inferiore di Gestione Disco, fai clic destro sul volume di tuo interesse, scegli la voce Elimina volume… dal menu che va ad aprirsi e clicca sul pulsante Sì, per confermare. Ripeti gli stessi passaggi per tutti gli altri volumi presenti sul disco, finché quest’ultimo non risulterà completamente non allocato.
A questo punto, fai clic destro sul nome del disco posto accanto al relativo grafico (ad es. Disco 1) e seleziona la voce Converti in MBR o Converti in GPT dal menu contestuale che va ad aprirsi, per reinizializzarlo secondo lo schema di partizionamento che desideri. A questo punto, puoi procedere con la creazione dei nuovi volumi, in maniera analoga a quanto visto poco fa.
Come inizializzare un hard disk su Mac
Passiamo ora a Mac. Anche sui computer di casa Apple è presente un’applicazione, denominata Utility Disco, che consente di gestire dischi e partizioni in maniera molto semplice. Diversamente da quanto succede con Windows, l’inizializzazione del disco e la creazione del primo volume utile avvengono in maniera contestuale, e non come operazioni separate.
Detto ciò, se intendi agire su un disco nuovo e mai inizializzato, ti basta collegarlo al Mac, per veder comparire fin da subito un messaggio indicante l’impossibilità di leggere dati dal supporto; per avviare Utility Disco, ti basta cliccare sul pulsante Inizializza… visualizzato sullo schermo.
In alternativa, puoi accedere alla stessa applicazione richiamando il menu delle app di macOS, cliccando sulla scheda Utility (in alto) e facendo doppio clic sull’icona di Utility Disco, residente nel pannello che va ad aprirsi. In alternativa, apri il menu Vai > Utility del Finder e fai doppio clic sull’icona dello strumento, che trovi al suo interno.
Giunto nello strumento in questione, se quest’ultimo è privo di barra laterale, clicca sul pulsante Vista che sta in alto a sinistra e apponi il segno di spunta accanto alla voce Mostra barra laterale; per far sì che vengano visualizzati tutti i dischi fisici collegati al computer, e non soltanto i volumi presenti sugli stessi, clicca nuovamente sul pulsante Vista e apponi il segno di spunta accanto alla voce Mostra tutti i dispositivi.
Ora, individua il nome del disco sul quale intervenire dall’elenco di quelli esterni, cliccaci sopra e premi sul pulsante Inizializza, situato in alto; ora, indica lo schema di partizioni da usare (Mappa partizione GUID per GPT o Master Boot Record per MBR), assegna un nome al nuovo volume/partizione che andrai a creare e indica il file system con il quale organizzare quest’ultimo, servendoti dei menu a tendina e delle caselle visibili sullo schermo.
Quando sei pronto, non ti resta che cliccare sul pulsante Inizializza e il gioco è fatto: a seguito di questa operazione, il disco verrà inizializzato secondo la tabella delle partizioni scelta, e verrà creato fin da subito un volume logico utilizzabile per l’archiviazione dei dati. A procedura conclusa, clicca semplicemente sul pulsante Fine.
Nota: su macOS, non vi è distinzione tra inizializzazione e formattazione, se non per quanto riguarda la struttura “bersaglio” dell’operazione. Mi spiego meglio: inizializzare una partizione significa reimpostarne il file system e cancellare tutti i dati, mentre inizializzare un disco significa ridefinirne la tabella delle partizioni e cancellare tutti i volumi, insieme con i relativi dati archiviati, dalla superficie.
Come inizializzare un hard disk nuovo su altre piattaforme
Se poi hai intenzione di usare un hard disk nuovo su piattaforme diverse dal computer, e di inizializzarlo mediante queste ultime, la situazione potrebbe variare.
Per esempio, Android consente di inizializzare al volo un disco privo di tabella delle partizioni, seguendo lo schema MBR e creando automaticamente un volume con file system exFAT: per farlo, basta collegare il disco allo smartphone/tablet, usando se necessario un adattatore, premere sulla notifica indicante l’impossibilità di usare il disco e rispondendo in maniera al pannello che, subito dopo, invita a formattare l’unità.

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Nel mondo dei dispositivi mobili di Apple, invece, le cose stanno in maniera diversa: se il disco è già stato inizializzato con uno schema di partizionamento, è possibile inizializzare i relativi volumi direttamente dall’app File; se, invece, il disco è totalmente nuovo e non è presente alcuno schema, esso non viene letto affatto.
Anche le console di Sony e Microsoft sono in grado di inizializzare, in maniera completamente automatica, dischi nuovi: basta collegare la memoria esterna alla console e rispondere in maniera affermativa all’avviso che compare in seguito, oppure richiamare l’apposita utility dalle impostazioni, per inizializzare il disco con schema MBR e creare automaticamente un volume exFAT (PlayStation) o NTFS (Xbox).
Soluzioni alternative
Come hai avuto modo di scoprire nel corso di questa guida, i più celebri sistemi operativi per computer includono almeno un’applicazione di sistema, utile a inizializzare un disco nuovo e a creare, su di esso, nuovi volumi formattati, all’interno dei quali archiviare i propri file e le cartelle personali.
Tuttavia, se ritieni di aver bisogno di qualcosa di più articolato, che possa aiutarti con la creazione di nuovi volumi logici/partizioni e con la gestione di quelli già esistenti, il mio consiglio è quello di rivolgerti a uno dei tantissimi software di terze parti progettati per lo scopo, molti dei quali scaricabili liberamente da Internet e utilizzabili a costo zero, per scopi personali: te ne ho parlato, in maniera approfondita, nella mia guida specifica sui programmi per partizionare hard disk (valida ovviamente anche per i dischi SSD).
Come inizializzare un hard disk per Mac e PC
Hai a disposizione un solo disco esterno, e ti piacerebbe poterlo usare indistintamente sia su PC che su Mac, evitando qualsiasi potenziale problema di incompatibilità che possa verificarsi? La soluzione, in questo caso, è praticamente dietro l’angolo!
In base a quanto detto nelle battute introduttive di questa guida, ti basta inizializzare il disco seguendo la tabella delle partizioni GPT (a meno che tu non abbia a che fare con un’edizione estremamente obsoleta di Windows, caso in cui bisogna necessariamente optare per MBR) e creare almeno una partizione con file system exFAT, accessibile in lettura e in scrittura da entrambi i sistemi operativi.
Se, invece, preferisci diminuire al minimo la frammentazione dei dati (che si presenta soltanto sui dischi meccanici e non sulle unità SSD), puoi altresì ricorrere alle partizioni formattate con file system NTFS, ma fai attenzione: sui Mac, lo schema di allocazione di Windows è accessibile in sola lettura, e non è possibile creare nativamente volumi in NTFS mediante Utility Disco.
Per far fronte alla cosa, bisogna installare sul Mac un driver NTFS che faccia da “ponte”, in grado di abilitare anche su Mac sia la scrittura su file system NTFS, sia la creazione di volumi formattati con il file system Windows; devo dirti fin da subito, però, che le soluzioni per abilitare NTFS su Mac più comode e sicure, come Microsoft NTFS for Mac by Paragon, non sono gratuite e vanno acquistate in licenza. Per approfondimenti, consulta la mia guida su come formattare in NTFS su Mac.
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Autore
Salvatore Aranzulla
Salvatore Aranzulla è il blogger e divulgatore informatico più letto in Italia. Noto per aver scoperto delle vulnerabilità nei siti di Google e Microsoft. Collabora con riviste di informatica e cura la rubrica tecnologica del quotidiano Il Messaggero. È il fondatore di Aranzulla.it, uno dei trenta siti più visitati d'Italia, nel quale risponde con semplicità a migliaia di dubbi di tipo informatico. Ha pubblicato per Mondadori e Mondadori Informatica.