Questo sito contribuisce alla audience di Il Messaggero
Scopri le migliori offerte sul canale Telegram ufficiale. Guarda su Telegram

Quando nasce Internet

di

Internet è parte integrante delle nostre vite. Ha letteralmente rivoluzionato intere economie e mercati, riscritto il modo di studiare, lavorare e divertirsi… e questo non è che l’inizio, visto che la Rete è nata soltanto da relativamente pochi decenni.

Che ne dici di ripercorrere insieme un po’ di storia e vedere quando nasce Internet, quali erano gli scopi per cui è stata messa a punto la sua infrastruttura e come si è sviluppato il Web nel corso del tempo fino a essere utilizzato in modo così massiccio in tutto il mondo?

Allora, sei pronto per intraprendere questo “viaggio” nella storia di Internet? Sì? Benissimo! Mettiti bello comodo, allora, e goditi la lettura di questo approfondimento che ti sarà utile per vedere Internet da un’altra prospettiva. Ti auguro buona lettura!

Indice

Quando nasce Internet e perché

Addentriamoci, quindi, nel cuore dell’argomento vedendo quando nasce Internet e perché. Trovi tutto spiegato nel dettaglio proprio qui sotto!

Origini di Internet: ARPANET

Iniziamo dalle origini di Internet, parlando nello specifico di ARPANET. Possiamo infatti dire che ARPANET è stata la prima vera e propria rete di computer pubblica, ed è storicamente considerata la base su cui è stato sviluppato Internet per come lo conosciamo oggi. Ma come si è arrivati ad ARPANET e in che senso è stata la “culla” di quello che oggi chiamiamo Internet? Lascia che ti racconti.

All’alba degli anni ’60, il Ministero della Difesa degli Stati Uniti creò il progetto ARPA, ovvero un’agenzia autorizzata a realizzare una rete di comunicazione che potesse collegare posti geograficamente distanti tra loro. Sviluppare un sistema di comunicazione affidabile e decentralizzato in grado di resistere a eventuali attacchi era un tema molto caldo durante la Guerra Fredda, che vedeva contrapposti gli Stati Uniti da una parte e l’Unione Sovietica dall’altra.

Entrambe le super potenze — USA e URSS — cercavano nuovi sistemi di controspionaggio e di difesa e, se gli Stati Uniti riuscirono ad anticipare la controparte sovietica per accaparrarsi una nuova “arma” grazie alla quale scambiare dati in modo sicuro, fu merito anche dell’intuizione di Vint Cerf: un ingegnere informatico che, insieme al suo team di ricerca presso l’Università della California a Los Angeles, alle ore 22:00 di mercoledì 29 ottobre 1969 riuscì a mettere in funzione la prima connessione di rete tra due computer.

Prima di raggiungere questi risultati, però, Cerf poté contare sull’ottimo lavoro svolto negli anni precedenti da altri accademici di spessore, come lo psicologo James Robnett Licklider, che aveva teorizzato la possibilità di usare una tecnologia mediante cui sarebbe stato possibile consultare le biblioteche da qualsiasi posto, nonché l’ingegnere Larry Roberts, che nel 1967 sviluppò l’idea dell’Arpa Net, il network di computer dell’agenzia nato da un’idea semplice: creare una rete di computer per evitare spostamenti “fisici”.

Determinanti furono anche gli studi di Leonard Kleinrock, Paul Baran e Dondal Davies, che intorno al 1965 iniziarono a teorizzare la trasmissione dei dati con la commutazione di pacchetto: per farla semplice, i dati avrebbero dovuto viaggiare in modo lineare e in sequenza, contenendo al loro interno delle istruzioni supplementare su come raggiungere la loro destinazione.

Con il passare degli anni l’agenzia ARPA riuscì a collegare tra loro quattro università statunitensi avvalendosi di un computer e di una linea telefonica: è così che nacque ARPANET o Advanced Research Projects Agency Network.

Una volta risolto il problema di come collegare più computer tra loro, però, bisognava capire come far comunicare questi terminali scambiando tra loro dei dati senza “smarrirli” durante la comunicazione e facendo in modo che computer con sistemi diversi potessero comunicare tra loro “capendosi”.

Il punto di svolta ci fu verso la metà degli anni ’70, quando nacque il protocollo TCP/IP. Per farla semplice, questo protocollo costituisce un insieme di regole che consentono a più terminali connessi di comunicare tra loro: TCP sta per Trasmission Control Protocol e contiene le modalità con cui i dati devono spostarsi fisicamente da un punto della rete a un altro; IP, invece, sta per Internet Protocol e contiene le regole di come i dati devono essere consegnati e interpretati dai computer che li richiedono.

Nel 1971, inoltre, Ray Tomlinson creò un sistema per scambiarsi i dati tra computer, inventando quella che in seguito venne definita posta elettronica. La sua idea era semplice quanto all’avanguardia: nel messaggio bisognava specificare il nome del destinatario seguito dal simbolo @ (in inglese viene pronunciato “at”, ovvero “diretto a”) seguito dall’indirizzo del computer che l’avrebbe ricevuto.

Qualche tempo dopo fu inventato anche il protocollo FTP, che costituì la prima modalità con cui due terminali connessi potessero comunicare tra loro scambiandosi dei file (FTP, infatti, sta per File Transfer Protocol).

Con il definirsi di tutti questi protocolli, le applicazioni possibili di ARPANET crebbero notevolmente rispetto ai suoi albori e contribuirono alla sua diffusione. Questo fece in modo che sempre più persone e università conoscevano e accedevano alla rete, cosa che ha portato alla creazione di una reti di reti.

Così facendo, più computer potevano essere collegati tra di loro su una piccola rete e tutte le piccole reti venivano connesse su una rete di dimensioni maggiori, che venne chiamata dorsale (tutt’ora viene definita così).

Vista l’utilità che poteva avere scambiare dati tra università, ARPANET non fu più usata per scopi militari, il che portò alla nascita di NFSNET o National Science Foundation Network, cioè una rete alternativa ad ARPANET composta da dorsali che collegavano varie università dislocate in diverse parti del globo.

È con il passare del tempo che NFSNET, tramite la nascita di tante nuove dorsali, mette in comunicazione tra loro sempre più computer lontani tra loro, in tempi relativamente brevi, dando vita alla rete Internet, così come la conosciamo oggi.

L’arrivo del World Wide Web

WWW

Dagli anni ’80 passiamo all’inizio degli anni ’90 e, più precisamente, martedì 6 agosto 1991, quando Tim Berners-Lee, insieme a Robert Cailliau, inventò presso il CERN di Ginevra il World Wide Web (o, più semplicemente, WWW), grazie al quale i membri del CERN potevano accedere facilmente e dalla propria postazione ai vari file scientifici dislocati sui computer presenti nell’istituto.

Insieme al WWW nacque anche il linguaggio HTML o HyperText Markup Language, utilizzato per scrivere le pagine dei siti Web; nonché il protocollo HTTP o HyperText Transfer Protocol, utilizzato per far viaggiare i dati dei siti da un punto all’altro della rete.

Dalla sua invenzione al suo rilascio pubblico passarono due anni: fu “solo” nel 1993, infatti, che il WWW fu reso disponibile e in cui comparirono i primi software per la navigazione all’interno del Web, ovvero i browser o navigatori Web. Ecco spiegato il motivo per cui per raggiungere un sito Web bisogna anteporre http://www al nome di quest’ultimo, perché queste sono le indicazioni che consentono al browser di trovare e scaricare una certa pagina Web, servendosi del protocollo HTTP per comunicare con il server che la ospita.

Attenzione, però, a non confondere il Web con Internet: per quanto i due termini vengano talvolta usati in modo interscambiabile, non si tratta della stessa “cosa”: il Web, infatti, è solo una delle tante funzioni di Internet (non dimenticarti che altre sono le già citate e-mail e il trasferimento di file con il protocollo FTP), grazie alla quale è possibile visualizzare su un browser dei dati sotto forma di ipertesti (ovvero di documenti contenenti informazioni di varia natura, tra cui testi, immagini e filmati, collegati l’uno all’altro tramite connessioni logiche e link).

Dal canto suo, Internet è l’infrastruttura che ospita e su cui si basano tutte le comunicazioni che avvengono sul Web.

L’uso di Internet oggi

Internet

L’uso di Internet oggi, a distanza di oltre 50 anni dalla sua ideazione è notevolmente cambiato e si è allargato raggiungendo i settori più disparati.

Oggi, infatti, Internet è diventata un’infrastruttura essenziale per la società, che consente di portare a termine tantissime attività, un tempo inimmaginabili. Possiamo fare acquisti online, lavorare da remoto, studiare a distanza, organizzare e partecipare a videoconferenze, inviare e-mail, cercare informazioni, iscriversi a social network, guardare film, ascoltare musica, interagire con le IA e molto, anzi… moltissimo altro ancora. E chissà il futuro cosa ci riserverà!

Quando è nato Internet sul cellulare

Eliminazione definitiva SMS iOS

Concludiamo l’articolo andando a vedere quando è nato Internet sul cellulare. Contrariamente a quanto si possa pensare, l’approdo di Internet sui cellulari è avvenuto verso la fine degli anni ’90, quando i primi telefoni cellulari hanno iniziato a includere la navigazione Web come funzionalità.

Tuttavia, l’accesso a Internet in mobilità era per così dire “ostruito” dalla bassa velocità di trasmissione dati, dalla scarsa qualità dei display e dalle loro dimensioni ridotte, dalla mancata ottimizzazione dei siti Web e dai costi da sostenere per navigare a consumo.

Negli anni, con lo sviluppo di tecnologie come 3G e 4G LTE e l’avvento dell’iPhone di Apple nel gennaio 2007, che non introduceva il concetto di smartphone (visto che questi esistevano già), ma che ridisegnava l’usabilità dei telefoni cellulari attraverso un ampio (almeno per l’epoca) display multi touch, per non parlare poi della sempre maggiore diffusione di offerte per la navigazione dati a prezzi abbordabili avvenuta negli anni seguenti.

Salvatore Aranzulla

Autore

Salvatore Aranzulla

Salvatore Aranzulla è il blogger e divulgatore informatico più letto in Italia. Noto per aver scoperto delle vulnerabilità nei siti di Google e Microsoft. Collabora con riviste di informatica e cura la rubrica tecnologica del quotidiano Il Messaggero. È il fondatore di Aranzulla.it, uno dei trenta siti più visitati d'Italia, nel quale risponde con semplicità a migliaia di dubbi di tipo informatico. Ha pubblicato per Mondadori e Mondadori Informatica.