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Che cos’è Internet

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È ormai molto tempo che hai a disposizione un collegamento a Internet e hai imparato molti dei suoi meccanismi: sei in grado di usare Facebook, di spedire e ricevere messaggi di posta elettronica, di navigare online con il tuo browser preferito e di fare tante altre cose che riguardano la grande rete. Lascia che però sia io a porti una domanda: come risponderesti se qualcuno ti chiedesse che cos’è Internet? Non te lo sei mai chiesto? Non posso e non voglio rimproverarti per questo: Internet è una di quelle cose che hai a disposizione in qualsiasi posto e che usi e basta, senza farti troppe domande. Dunque, se non sai dare una risposta precisa, sappi che è perfettamente normale!

Come dici? Ho suscitato la tua curiosità e adesso non vedi l’ora di sapere esattamente cosa sia Internet e come è fatta quella che ad oggi è la Rete di comunicazione più grande del mondo? Perfetto, sono qui per questo. Ma, prima di arrivare al dunque e di rispondere direttamente alla tua domanda, è bene avere qualche accenno storico: non preoccuparti, non ti prenderò molto tempo, soltanto quanto basta per darti le informazioni necessarie affinché tu possa comprendere al meglio ciò di cui stiamo parlando.

Allora siediti, ritaglia un po’ di tempo per te e continua a leggere: sono sicuro che, alla fine di questo articolo, saprai rispondere in modo soddisfacente a chi ti chiederà che cos’è Internet. Ti auguro fin da subito buona lettura e, perché no, buon divertimento!

Indice

Storia di Internet

Che cos'è Internet

Settanta anni fa Internet era soltanto un desiderio nella mente di chi guardava avanti: ci sono voluti decenni di studio e di perfezionamenti per arrivare dove siamo ora. Come ben sai le cose non nascono dal nulla e la Grande Rete non fa eccezione: scoprirai tra non molto che tutto è partito dal tentativo di comunicare senza subire le conseguenze di una guerra e che all’inizio i computer collegati erano soltanto… due!

ARPA e ARPANET

Se hai studiato un po’ di storia, saprai che prima della metà del secolo scorso le comunicazioni (sì, anche quelle importanti) avvenivano senza mezzi di trasmissione digitale ma tramite radio, comunicazioni telefoniche in codice o addirittura telegrammi.

Nell’ormai lontano 1960, l’allora Ministero della Difesa degli Stati Uniti creò il progetto ARPA:  si trattava di un’agenzia incaricata di costruire una rete di comunicazione che potesse collegare tra loro anche posti geograficamente lontani. Questo perché, visti gli effetti delle bombe durante le guerre passate, c’era bisogno di comunicare tramite qualcosa che non potesse essere distrutta da un bombardamento nucleare.

Con il passare del tempo e l’avanzare del progetto, ARPA riuscì a collegare tra loro quattro Università con l’aiuto di un computer e di una linea telefonica: questa piccola rete di comunicazione fu chiamata ARPANET e da lì è iniziato tutto.

TCP/IP

Non bastava però far comunicare dei computer tra loro ma c’era bisogno che i dati si spostassero correttamente da un computer all’altro: ad esempio, le informazioni dovevano arrivare nell’ordine corretto e non “perdersi” durante il viaggio o, ancora, arrivare prima o dopo il previsto. Ecco perché prima di perfezionare la comunicazione passarono ancora molti anni: ARPANET cresceva e i computer erano sempre più, ma come fare a farli comunicare tutti nello stesso modo, così che l’informazione potesse essere correttamente “capita” da tutti i computer anche se erano diversi tra loro?

Proprio per questo, verso la metà degli anni ’70 nasce quello che oggi chiamiamo protocollo TCP/IP. Non lasciarti spaventare da questa sigla: TCP/IP altro non è che un insieme di regole che “domina” in qualche modo la comunicazione in rete. E’ composto da due parti: la parte TCP contiene le modalità con cui i dati si spostano fisicamente da una parte all’altra della rete, mentre la parte IP si occupa di come i dati devono essere consegnati ed interpretati dai computer che ne fanno richiesta. Per approfondimenti sul tema, ti rimando a Wikipedia.

Email ed NFSNET

Arrivati a questo punto e con tante università ormai collegate su ARPANET c’era bisogno di studiare un sistema per scambiarsi dei veri e propri messaggi di testo. Nel 1971 Ray Tomlinson creò un sistema per farlo: l’idea era di specificare nel messaggio sia il nome della persona a cui era diretto che l’indirizzo del computer che doveva riceverlo; queste due informazioni vennero separate con il simbolo @ (che in inglese viene letto “at”, cioè “diretto a”). Ti ricorda qualcosa? Hai ragione: questa invenzione è ciò che oggi si chiama email.

Poco dopo fu inventato anche il primo modo con cui due computer connessi potessero scambiarsi dei file, che sarebbe poi diventato il famoso protocollo FTP. Non ne hai mai sentito parlare? Poco male: ti ho spiegato tutto dettagliatamente nel mio articolo dedicato ai programmi per FTP, che ti consiglio di leggere per capire ancora meglio di cosa si tratta.

Ormai sempre più persone conoscevano questa grande Rete e sempre più università vi aderivano: è stato quindi necessario creare, ad un certo punto, delle reti di reti. In questo modo più computer venivano collegati tra loro su una piccola rete e tutte le piccole reti venivano connesse su una rete più grande, che prese (ed ha tutt’oggi) il nome di dorsale. Ti ho raccontato all’inizio che ARPANET era una rete dedicata solo chi aveva bisogno di comunicare con il Ministero della Difesa Statunitense ma, come immaginerai, questo sistema era fin troppo bello per non essere usato da tutti.

E’ così che a metà degli anni ’80 fu costruita NFSNET, cioè una rete “alternativa” ad ARPANET composta da dorsali che collegavano molte università da ogni parte del mondo.

NFSNET è la mamma di Internet: con il tempo sarebbero nate sempre più dorsali in grado di comunicare tra loro sempre più velocemente e di connettere computer sempre più lontani.  NFSNET, pochi anni dopo, sarebbe diventata la rete Internet che conosciamo adesso.

Il WWW

Saltiamo ora al 1991, quando al CERN di Ginevra succede qualcosa di meraviglioso: viene inventato il WWW o World Wide Web, che dà la possibilità ai membri del CERN di accedere facilmente, direttamente dalla propria postazione, ai documenti scientifici presenti sui vari computer dell’istituto. Insieme al WWW sono nati anche il linguaggio HTML (HyperText Markup Language, o linguaggio a marcatori per ipertesti), cioè quello usato per scrivere le pagine dei siti Internet, e il protocollo HTTP, cioè quello con cui viaggiano i dati dei siti da una parte all’altra della rete.

Il WWW fu reso disponibile a tutti soltanto due anni dopo, nel 1993, anno in cui furono inventati i primi programmi per usarlo in modo semplice. Si, li conosci anche tu e se stai leggendo questa pagina vuol dire che ne usi uno: sto parlando dei browser. Adesso dovresti anche aver capito perché quando navighi su un sito Web devi usare la sigla http://www: stai dando indicazioni al tuo browser che dovrà scaricare una pagina Web, quindi dovrà comunicare col server usando il protocollo http.

Molte volte si fa confusione tra Web e Internet, ma in realtà si tratta di due cose diverse. Internet – per semplificare al massimo il discorso – è l’infrastruttura su cui si basano tutte le comunicazioni che avvengono online. È quella che contiene tutti i dati che poi vengono trasportati da un dispositivo all’altro quando visualizziamo una pagina nel nostro browser (il Web!), inviamo un’email, trasferiamo file tramite FTP e altro ancora. Il Web è uno dei tanti servizi di Internet, e più precisamente è quello che consente la visualizzazione di dati sotto forma di ipertesto all’interno di un browser.

In sostanza, dunque, il Web è solo una delle tante “funzioni” di Internet, quella che usiamo quando navighiamo online con il nostro browser per richiamare delle pagine Web (quindi quando digitiamo un indirizzo, il nostro device lo traduce tramite DNS, contatta il server remoto e poi ci restituisce i dati ottenuti da quest’ultimo) ma ce ne sono anche altri, come la posta elettronica e il trasferimento di file tramite protocollo FTP. Per saperne di più, dai un’occhiata a Wikipedia.

Internet oggi

Negli anni le cose si sarebbero perfezionate e sarebbero nati sempre più programmi in grado di sfruttare Internet: dai programmi per inviare e ricevere messaggi ai programmi per scaricare, passando per i giochi, i programmi per chiamare su Internet e tantissimi altri programmi diversi. Da pochi anni a questa parte, con l’invenzione di smartphone e tablet, è possibile portare Internet ovunque e sono nate migliaia di altre app, come le app per messaggiare, i social network e tante altre fantastiche app per portare a termine i piccoli compiti di tutti i giorni.

Come funziona Internet

Hai letto con attenzione la storia della Rete ed è finalmente tutto più chiaro? Perfetto, avrai certamente capito che Internet non è soltanto l’insieme dei siti web di tutto il mondo, non è soltanto la possibilità di ricevere e inviare messaggi di posta elettronica, di chattare con gli amici e altro.

Se Internet viene chiamata “la grande Rete” o semplicemente “Rete” c’è un motivo: ricorda che Internet deriva dall’unione del prefisso inter (che significa “tra”) e della parola “net“, che significa “rete“. Questa parola deve farti pensare all’insieme di tutte le macchine – che siano computer, server, smartphone, tablet, Smart TV, smartwatch – collegate tra loro in tutto il mondo, e che tra loro scambiano e ricevono dati di ogni tipo.

Come dici? Non riesci ad immaginare come fanno a viaggiare i dati da una parte all’altra su questa rete che oggi è enorme? Ricorda allora quando ti ho parlato del protocollo TCP/IP: ogni dispositivo connesso ha un suo indirizzo che si chiama IP e, quando un’informazione inizia a viaggiare, sa esattamente quale IP deve raggiungere.

Immagina un’informazione che viaggia su Internet come una lettera che deve arrivare da Pechino ad un preciso indirizzo di Milano: su questa lettera sono scritti il nome e l’indirizzo del destinatario (l’IP), verrà smistata tramite diversi centri postali (le dorsali) e infine ti verrà consegnata dal postino fino a casa.

Mi stai chiedendo come fanno a viaggiare fisicamente i dati da una parte all’altra? Non è molto difficile comprenderlo: come ti ho spiegato prima, per far viaggiare le informazioni da una parte all’altra si connettono tante piccole (e grandi) reti tra loro per crearne una gigantesca. I mezzi di trasmissione, cioè i “materiali” su cui viaggiano i dati, sono principalmente i doppini telefonici, i cavi coassiali o le fibre ottiche. In alcuni casi i dati viaggiano anche sfruttando le onde elettromagnetiche, sfruttando quindi la comunicazione tramite satelliti antenne (come succede per le connessioni cellulari).

Con tutto quanto ti ho spiegato fino ad ora puoi rispondere con precisione alla domanda da cui abbiamo iniziato: Internet è l’insieme di tutti i dispositivi collegati tra loro, con tutte le tecnologie, i programmi e le app per farli comunicare correttamente. E’ come una rete gigantesca, che non ha inizio né fine: partendo da un punto, si possono raggiungere tutte le altre posizioni della rete anche con percorsi differenti. Tutti sono connessi con tutti: è questa la parte affascinante!

Dal 1960 a oggi le cose sono cambiate tantissimo e Internet è entrata di prepotenza nella vita un po’ di tutti. E tu, per come stanno le cose, credi di essere ancora in grado di farne a meno? Non credo. Quindi sfrutta la Rete per accrescere le tue conoscenze e impara a sfruttare le migliori potenzialità di questo straordinario mezzo: comincia con l’approfondire la storia e il funzionamento di Internet su Wikipedia e poi torna, di tanto in tanto, sul mio blog per imparare a usare tanti piccoli-grandi servizi che la grande Rete ci mette a disposizione.

Salvatore Aranzulla

Autore

Salvatore Aranzulla

Salvatore Aranzulla è il blogger e divulgatore informatico più letto in Italia. Noto per aver scoperto delle vulnerabilità nei siti di Google e Microsoft. Collabora con riviste di informatica e cura la rubrica tecnologica del quotidiano Il Messaggero. È il fondatore di Aranzulla.it, uno dei trenta siti più visitati d'Italia, nel quale risponde con semplicità a migliaia di dubbi di tipo informatico. Ha pubblicato per Mondadori e Mondadori Informatica.