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Come cambiare operatore

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È vero, sino a qualche tempo fa cambiare operatore era un vero e proprio calvario. Con l'evolversi della tecnologia e la disponibilità di un numero sempre maggiore di strumenti digitali, la situazione è decisamente cambiata e, adesso, passare da un operatore all'altro è estremamente semplice, molto più a farsi che a dirsi. Ciononostante, se adesso stai leggendo questa guida molto probabilmente è perché c'è qualcosa che ancora non ti è molto chiaro sul da farsi.

Se le cose stanno effettivamente così non devi preoccuparti: posso spiegarti io, passaggio dopo passaggio, come cambiare operatore senza problemi, sia esso di telefonia fissa, di telefonia mobile o, ancora, preposto all'erogazione di energia. Chiaramente, gli step da compiere variano, in base alla tipologia di fornitura esistente; tu, però, non spaventarti, in quanto le operazioni da effettuare sono davvero alla portata di tutti.

Dunque, se sei intenzionato a scoprire tutti i passaggi che bisogna fare per poter riuscire nell'impresa, ti suggerisco di metterti comodo e di concentrarti sulla lettura di questa guida. Sono sicuro che alla fine potrai dirti più che soddisfatto e di certo avrai le idee molto più chiare riguardo il da farsi. Pronto? si? Perfetto, allora cominciamo: ti auguro una buona lettura.

Indice

Come cambiare operatore telefonico

Per iniziare, vediamo subito come cambiare operatore telefonico per linea fissa e rete mobile, senza dover cambiare il proprio numero telefonico e, soprattutto, eliminando la necessità di dare disdetta al gestore dal quale si esce.

Come cambiare operatore di telefonia fissa

Come cambiare operatore di telefonia fissa

Cambiare gestore per la telefonia fissa è tutt'altro che difficile: basta avere a disposizione la documentazione richiesta e la richiesta, in genere, può essere completata nel giro di pochi minuti, semplicemente contattando il fornitore di servizi con il quale si vuole sottoscrivere la nuova utenza.

Per quanto concerne la documentazione, dovrai avere sotto mano il codice fiscale dell'intestatario della linea, un suo documento di riconoscimento in corso di validità e, ovviamente, l'indirizzo presso il quale attivare il nuovo abbonamento. La richiesta di migrazione, inoltre, prevede che al nuovo fornitore di servizi vengano comunicati il numero di telefono fisso associato all'utenza attuale e il relativo codice di migrazione, cioè una sequenza di caratteri alfanumerica che permette di identificare, univocamente, l'ubicazione fisica della linea.

Sia il numero fisso che il rispettivo codice di migrazione sono espressi a chiare lettere sulle fatture emesse dagli operatori telefonici, oltre che nella propria area personale disponibile sul sito e nell'app ufficiale del proprio gestore; onde evitare errori o problemi di portabilità della linea, il codice di migrazione dovrebbe essere idealmente letto da una fattura molto recente, oppure direttamente dall'app o dal sito Web ufficiale del fornitore di servizi. Ad ogni modo, se hai bisogno di qualche indicazione in più circa i passaggi da compiere per trovare il tuo codice di migrazione, da' un'occhiata alla guida specifica, in cui trovi spiegato come agire.

Il cambio di linea fissa si può richiedere in genere su tutti i canali di contatto messi a disposizione dall'operatore presso il quale si intende entrare (ad es. online, presso un punto vendita, telefonicamente e così via), seguendo le istruzioni fornite dalla persona oppure dalla piattaforma adibita alla gestione della richiesta.

In genere, è sufficiente compilare la modulistica necessaria con le informazioni richieste, fornire o caricare i propri documenti e, completati questi passaggi, firmare o registrare la proposta di abbonamento, per presa accettazione da parte dell'utente.

Se il numero fisso e il codice di migrazione forniti sono corretti, la pratica di disdetta per l'utenza attuale viene gestita e ultimata dal nuovo operatore, entro le tempistiche massime previste. In genere, la nuova utenza diventa operativa entro i successivi 15-30 giorni lavorativi dalla proposta di abbonamento; i tempi, tuttavia, possono variare in base al metodo di pagamento scelto, alle tempistiche previste dall'operatore uscente e alla necessità o meno di effettuare un intervento tecnico in sede.

I costi di disattivazione da sostenere per passare a un altro operatore sono generalmente pari a poche decine di euro, e corrispondono a quelli che l'operatore sostiene per la disattivazione della linea; se poi, al momento dell'attivazione del vecchio abbonamento, erano attive delle promozioni collegate a un periodo di permanenza minima (ad es. il cosiddetto vincolo contrattuale), potrebbe essere necessario sborsare un'ulteriore penale, o restituire gli sconti fruiti fino al momento della disattivazione.

Ancora, dopo la risoluzione del contratto con il vecchio fornitore, bisogna aver cura di restituire il router e tutte le altre apparecchiature ricevute in comodato d'uso gratuito, oppure a noleggio. Questo passaggio va solitamente fatto entro 30 giorni dall'effettiva conclusione del vecchio contratto, secondo le condizioni previste dal fornitore dal quale si è usciti. Ad ogni modo, se vuoi una panoramica ancor più completa su quelli che sono gli step da compiere per cambiare gestore di telefonia fissa, leggi con attenzione l'approfondimento dedicato, disponibile sul mio sito.

Come dici? Ho chiarito i tuoi dubbi circa la procedura da seguire per cambiare operatore telefonico, ma proprio non sai che offerta scegliere? In questo caso, ti consiglio di dare un'occhiata alle mie guide tematiche dedicate alle migliori offerte per casa, alle offerte solo Internet e alle offerte FWA, cioè quelle che funzionano tramite antenna e non necessitano di allacciamento via cavo.

Se, invece, sei già proiettato verso un particolare gestore e vorresti avere una panoramica completa circa i pacchetti offerti dallo stesso, troverai sicuramente utili i miei post sulle offerte per casa messe a disposizione da TIM, Vodafone, WINDTRE, Fastweb, Iliad e Tiscali.

Come cambiare operatore di telefonia mobile

Come cambiare operatore di telefonia mobile

Anche il cambio operatore per le schede SIM riprende più o meno gli stessi passaggi visti per la telefonia fissa: se si intende mantenere inalterato il proprio numero di cellulare, bisogna rivolgersi direttamente al nuovo operatore scelto e fornire, tramite uno dei canali di contatto messi a disposizione da quest'ultimo (ad es. online, presso un punto vendita oppure a telefono), tutta la documentazione richiesta.

Per la precisione, è necessario disporre della tessera sanitaria e di un documento d'identità valido del titolare SIM, in formato cartaceo oppure digitale (a seconda del canale di comunicazione in uso), e conoscere ovviamente il numero di cellulare da trasferire. A seguito della stipula del contratto, viene fornita all'utente una nuova SIM che, almeno all'inizio, viene attivata con una numerazione provvisoria nativa del gestore entrante, in attesa del trasferimento del vecchio numero.

Nel momento in cui scrivo, però, non esiste una procedura univoca per portare a termine la portabilità della numerazione mobile: in passato, era sufficiente fornire il numero seriale della vecchia scheda SIM all'atto della stipula del nuovo contratto, per autorizzare il nuovo gestore a trasferire la vecchia numerazione sulla nuova SIM.

Ad oggi, visti i numerosi casi di “SIM swap” non autorizzati (che hanno comportato conseguenze anche molto gravi per le malcapitate vittime), le cose sono diventate un po' più complesse: a seconda dei casi, per confermare la portabilità potrebbe essere necessario chiamare una particolare numerazione dalla vecchia SIM, caricare una foto della vecchia SIM presso un portale dedicato, eseguire un secondo step di riconoscimento o portare a termine altre procedure, atte a verificare di essere il legittimo esecutore della richiesta di migrazione.

A validazione completata (potrebbero essere necessarie dalle 24 alle 72 ore), il vecchio numero verrà automaticamente trasferito sulla nuova SIM, mentre la scheda del gestore uscente smetterà definitivamente di funzionare. Per ulteriori dettagli al riguardo, ti invito a prendere visione della guida in cui ti spiego come cambiare operatore di telefonia mobile.

Aspetta, mi stai dicendo che, giunto a questo punto, hai chiari quali sono gli step previsti ma proprio non sai che promozione scegliere? In questo caso, prova a dare un'occhiata al mio approfondimento dedicato alle migliori offerte di telefonia mobile, oppure ai miei tutorial tematici dedicati, in particolare, alle promozioni per SIM di TIM, Vodafone, WINDTRE, Fastweb, Iliad e Tiscali.

Come cambiare operatore luce e gas

Come cambiare operatore luce e gas

Per quanto riguarda luce e gas, il discorso è leggermente più articolato rispetto a quanto visto per il settore delle telecomunicazioni, in quanto i parametri di scelta vanno ben al di là del rapporto qualità/prezzo. Come scoprirai tra non molto, il prezzo della materia prima, espresso per la luce in euro/kWh (euro per kilowattora) e per il gas in euro/Smc (euro per standard metro cubo), è soltanto una parte di ciò che compone la bolletta finale.

A differenza di quanto succedeva con l'ormai dismesso mercato tutelato, secondo il quale il prezzo della componente energia veniva stabilito e fissato dall'ARERA (cioè dall'Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente), il mercato libero prevede che ciascun fornitore possa decidere di applicare un prezzo arbitrario alla componente energia; su tale importo influisce in larga parte il cosiddetto indice PUN, ossia il prezzo unico nazionale applicato per la compravendita della materia prima all'ingrosso.

Il PUN funge da discriminante tra le cosiddette tariffe a prezzo bloccato e quelle a prezzo variabile: nel primo caso, il fornitore stabilisce il prezzo di erogazione della materia prima in base al valore del PUN vigente al momento, e non effettua variazioni per l'intero periodo di “blocco” (ad es. 12 mesi oppure 24 mesi). Nel secondo caso, invece, il prezzo iniziale della componente energia viene rivisto, al rialzo oppure al ribasso, in base alle oscillazioni del valore del PUN, considerate generalmente su base trimestrale.

Altro costo che può variare da gestore a gestore è il cosiddetto costo di commercializzazione, o PCV: si tratta di una spesa fissa annua che il fornitore addebita all'utente, la quale copre le attività di gestione commerciale del cliente. A seconda del fornitore scelto, il PCV può essere espresso su base annua, o mensile; in genere, il PCV è più elevato se si attiva un contratto per la singola fornitura di luce o gas, mentre risulta più basso se invece si sottoscrive un contratto unico per entrambe le forniture.

Quelli elencati finora sono soltanto i costi variabili, connessi alle tariffe per luce e gas. In bolletta, però, figurano molte altre spese che poco c'entrano con la materia prima: si tratta di costi fissi stabiliti dall'ARERA, suddivisi come segue.

  • Spese di trasporto e gestione: si tratta delle spese fisse connesse al trasporto della materia prima e alla gestione del contatore. Per quanto riguarda la fornitura elettrica, la spesa finale varia in base alla potenza erogata e al consumo di materia prima; per il gas, invece, l'importo delle spese di trasporto dipende anche dalla zona geografica in cui si risiede (in base all'ubicazione dei gasdotti) e al rischio di deterioramento della materia prima, conseguente alle condizioni climatiche stagionali.
  • Oneri di sistema: si tratta dell'importo che ARERA dedica agli investimenti strategici, come quelli legati alle energie rinnovabili.
  • Accise e IVA: le accise applicate sull'energia variano in base al consumo effettuato dall'utente; il valore dell'IVA, invece, è attualmente pari al 10% dell'importo totale in bolletta per la fornitura di luce/gas dedicata alla prima abitazione, per poi salire al 22% per le restanti case.

Alla luce di ciò, è semplice concludere che, a far la differenza tra un fornitore e l'altro, è il costo della materia prima, le modalità con cui esso viene calcolato e il costo di commercializzazione applicato; i costi fissi sono invece quasi sempre gli stessi, salvo particolari sconti promossi dal fornitore ed esplicitamente definiti nel contratto. Chiarito ciò, lascia che ti indichi cosa è necessario fare al fine di cambiare operatore per la luce e/o per il gas.

Come cambiare operatore luce

Come cambiare operatore luce e gas

Iniziamo dalla luce, o meglio, dall'energia elettrica. In genere, la semplice modifica del fornitore non comporta l'addebito di costi aggiuntivi da parte del fornitore uscente, a meno che non si decida di effettuare, contestualmente, anche la voltura del contratto. A seguito del passaggio, dovrebbero essere altresì restituiti eventuali depositi cautelativi versati all'atto dell'attivazione della prima fornitura.

Inoltre, la modifica della fornitura elettrica avviene interamente da remoto, pertanto il passaggio sarà silenzioso, non vi è alcuna interruzione del servizio né obbligo di cambiare il contatore, a meno che quello in uso non sia danneggiato oppure obsoleto. Per cambiare fornitore, è necessario avere a disposizione la tessera sanitaria dell'intestatario della fornitura, un documento di identità in corso di validità, l'indirizzo della fornitura e l'ultima bolletta emessa dal fornitore uscente, dalla quale si evinca il consumo annuo (in kWh), la potenza erogata e, soprattutto, il codice POD associato alla fornitura, il quale consente di modificare quest'ultima senza cambiare il contatore.

Una volta raccolte tali informazioni, devi semplicemente rivolgerti al nuovo fornitore usando i canali di comunicazione previsti (ad es. telefono, punto vendita fisico, sito Web e così via) e richiedere l'attivazione di un nuovo contratto per l'energia elettrica, avendo cura di esibire o inviare tutta la documentazione richiesta, al momento opportuno.

A tal proposito, se non hai ancora le idee chiare circa il fornitore al quale rivolgerti, ti consiglio di prendere visione del mio approfondimento dedicato alle migliori tariffe per l'energia elettrica e alla guida in cui ti spiego come confrontare le varie tariffe, in modo da essere certo di scegliere quella che più si addice alle tue esigenze ma, soprattutto, alle tue tasche.

Infine, se hai bisogno di chiarimenti aggiuntivi circa i passaggi che bisogna compiere per cambiare il gestore della luce, ti invito a leggere con attenzione la mia guida specifica sull'argomento, ricca di utili informazioni in merito.

Come cambiare operatore gas

Come cambiare operatore luce e gas

Le modalità di cambio della fornitura di gas metano non si discostano poi così tanto da quelle già viste per l'energia elettrica; anche in questo caso, non dovrebbero essere previsti costi o penali per l'uscita (a meno che non si decida di effettuare una voltura, cioè un contestuale cambio d'intestazione del contratto) e, a seguito del passaggio, dovrebbero essere restituiti eventuali depositi cautelativi versati in precedenza. Anche per il gas è prevista la continuità dell'erogazione della materia prima, non c'è alcun obbligo di cambiare il contatore e non sono previsti interventi tecnici di alcun tipo, salvo guasti al contatore e/o al sistema di erogazione.

Per effettuare il cambio operatore, bisogna contattare il fornitore scelto per il nuovo contratto tramite telefono, recandosi in un punto vendita oppure online ed esibire, quando richiesto, le informazioni e la documentazione richiesta: la tessera sanitaria dell'intestatario del contratto, un documento di identità valido, l'indirizzo della fornitura e l'ultima bolletta emessa dal fornitore uscente, dalla quale ottenere informazioni circa il tipo di utilizzo della fornitura (cottura cibi, riscaldamento e/o acqua calda sanitaria), il consumo annuo (in Smc) e, cosa importantissima, il codice PDR associato all'utenza, cioè quello che consente di passare da una fornitura all'altra sullo stesso contatore.

Qualora non avessi ancora le idee chiare su quale possa essere l'offerta per il gas più adatta a te, leggi attentamente la mia guida specifica sull'argomento, nella quale ho avuto modo di proporti — e confrontare — le più convenienti tariffe proposte dai più noti e affidabili protagonisti del settore.

Salvatore Aranzulla

Autore

Salvatore Aranzulla

Salvatore Aranzulla è il blogger e divulgatore informatico più letto in Italia. Noto per aver scoperto delle vulnerabilità nei siti di Google e Microsoft. Collabora con riviste di informatica e cura la rubrica tecnologica del quotidiano Il Messaggero. È il fondatore di Aranzulla.it, uno dei trenta siti più visitati d'Italia, nel quale risponde con semplicità a migliaia di dubbi di tipo informatico. Ha pubblicato per Mondadori e Mondadori Informatica.