Come passare da Windows a Mac
Come premio per il tuo ultimo traguardo raggiunto, hai ricevuto in dono un costoso Mac nuovo di zecca: felice del tuo nuovo computer, non hai esitato un attimo a metterlo in funzione, e non ti ci è voluto molto tempo per renderti conto delle enormi differenze che ci sono tra Windows, il sistema operativo che hai usato finora, e macOS, il sistema operativo che invece anima i computer di Apple.
Non essendo poi così incline ai cambiamenti, avresti bisogno di qualche dritta utile per “trasferirti” da un sistema operativo all’altro, senza troppi “traumi” ma, soprattutto, limitando al minimo l’eventuale perdita di dati presenti sul tuo vecchio PC. Beh, se è questo il tuo problema, sono ben felice di poterti dare una mano a risolverlo: nel corso di questa guida, infatti, avrò cura di spiegarti per filo e per segno come passare da Windows a Mac, mettendo in salvo i tuoi dati ma, soprattutto, effettuando alcuni piccoli passaggi che ti aiuteranno a familiarizzare con il sistema operativo di casa Apple.
Dunque, senza attendere un solo secondo in più, mettiti bello comodo e leggi tutto quanto ho da spiegarti sull’argomento: sono sicuro che, al termine della lettura di questa guida, avrai acquisito le competenze necessarie per effettuare la migrazione da un sistema operativo all’altro, nel modo più agevole possibile. Un po’ di tempo ed esperienza, te lo garantisco, faranno il resto!
Indice
Come passare da Windows 11 a Mac
Passare da Windows 11 a Mac non è affatto difficile: tutto sta nel comprendere alcune dinamiche alla base del funzionamento di macOS, leggermente differenti rispetto a quelle in uso sul sistema operativo di casa Microsoft. Ma un passaggio indolore non è possibile senza trasferire in modo semplice e rapido i propri dati personali. Trovi tutto spiegato qui sotto.
Creare un backup dei dati

Se stai per migrare da un computer con Windows 11 (o 10) a uno con macOS, è importante che tu porti i tuoi dati personali con te per poter finalmente “dismettere” il tuo vecchio computer. Anche se per fare tutto ciò, come vedremo in questa guida, puoi utilizzare uno strumento ad hoc per il trasferimento dei file personali e degli account, ti consiglio vivamente di creare una copia di sicurezza dei tuoi dati importanti e copiarli in un luogo sicuro (il cloud o, se i dati sono tanti, un disco esterno). Al momento opportuno, potrai trasferire questo backup su un nuovo computer.
Per effettuare la copia di sicurezza, potresti utilizzare software automatici che si occupano di backup, tuttavia siccome hai bisogno di trasferire i dati tra sistemi operativi differenti, è più indicato effettuare l’operazione manualmente.
Per farlo, devi copiare manualmente i file e le cartelle dal vecchio computer a un disco esterno e poi incollare tutto sul nuovo computer. Il disco esterno dev’essere formattato in modo opportuno e ti avviso sin da subito che non potrai trasferire i programmi installati su Windows da quest’ultimo al tuo Mac, ma dovrai reinstallarli o riacquistarli nella versione per macOS, perdendo gli eventuali dati al loro interno.
La prima cosa che devi fare è trovare tutti i file importanti sul tuo computer Windows e inserirli in un’unica cartella. Per farlo, innanzitutto crea una cartella per il backup: apri Esplora File (l’icona della cartella gialla sulla barra delle applicazioni), clicca su un punto vuoto di essa con il tasto destro, premi su Nuovo e poi su Cartella (oppure clicca su Nuovo e poi su Cartella in alto a sinistra sulla barra degli strumenti), dopodiché inserisci un nome e premi il tasto Invio.
Recati, ora, nelle varie cartelle dove sono presenti i file o le cartelle da copiare, premi su di essi con il tasto destro e poi clicca su Copia (se vuoi solo copiarli) o su Taglia (se vuoi spostarli), dopodiché torna nella cartella di backup, clicca con il tasto destro su un punto vuoto e premi su Incolla.
Fatto ciò, verifica le dimensioni complessive della cartella di backup: dopo essere uscito da essa, fai clic destro sulla cartella e premi su Proprietà. Accanto alla voce Dimensioni su disco, puoi visualizzare le dimensioni complessive della cartella. Se le dimensioni sono pari o inferiori al supporto esterno che userai per trasferire il backup, la copia va benissimo, altrimenti dovrai cancellare qualcosa al suo interno o dotarti di un supporto di archiviazione esterno più capiente.
Adesso che la tua copia di backup è pronta, inserisci un hard disk esterno, un SSD esterno o una chiavetta USB nella porta USB del tuo computer: se non hai un supporto di archiviazione sufficientemente capiente, puoi trovarne nelle mie guide dedicate ai migliori hard disk esterni e alle migliori chiavette USB.
Altro aspetto del quale tenere conto è il file system del dispositivo di salvataggio del backup: oltre al formato proprietario APFS, macOS è in grado di leggere nativamente dischi formattati in HFS+, exFAT, FAT32 ed NTFS (quest’ultimo, però, in sola lettura, a meno di non installare appositi driver). Pertanto, ti consiglio di formattare il disco in exFAT, file system supportato nativamente da entrambi i sistemi operativi (sia in lettura che in scrittura) e privo di limitazioni importanti, come il peso massimo di 4GB per singolo file che invece sussiste nel vecchio file system FAT32 (altresì supportato sia da Windows che da macOS).
Per formattare un supporto di archiviazione, apri di nuovo Esplora File, clicca su Questo PC, premi con il tasto destro sul supporto di archiviazione collegato tramite USB e fai clic su Formatta… A questo punto, seleziona il formato adeguato dall’apposito menu a tendina, imposta un nome per il supporto nel campo Etichetta di volume, mantieni la spunta su Formattazione veloce e clicca su Avvia, dunque su OK se viene visualizzato un avviso circa la perdita dei dati. Per opzioni alternative di formattazione, leggi la mia guida su come formattare in exFAT.
Ti ricordo che la formattazione comporta la perdita completa dei dati già presenti sul dispositivo. Per maggiori informazioni su come trasferire i file su hard disk esterno, dai pure uno sguardo alla guida d’approfondimento che ho dedicato al tema, parimenti valida per le chiavette USB.
Creare un account Apple

Altra operazione che ti consiglio di compiere è quella di creare un account Apple (con annesso account iCloud) da associare al tuo profilo utente: in questo modo, esattamente come succede per gli account Microsoft di Windows, potrai sincronizzare alcuni dati (incluse password, preferiti del browser, cronologia e così via) tra tutti i device abbinati al medesimo account Apple, oltre che scaricare programmi, giochi e applicazioni di vario tipo da App Store.
Inoltre, l’associazione di un account Apple al Mac semplifica il recupero di eventuali password dimenticate e consente di localizzare e bloccare tempestivamente il Mac qualora questo venisse smarrito, o peggio rubato.
Un profilo di questo tipo può essere creato in maniera completamente gratuita sia in fase di configurazione del Mac, sia tramite il sito Web dedicato, e richiede l’inserimento di alcuni dati personali e del proprio numero di telefono, per fini di sicurezza.
Se vuoi procedere rapidamente, visita questa pagina del sito ufficiale Apple e compila il modulo di registrazione con tutti i dati personali richiesti, dunque seleziona Messaggio di testo sotto la voce Verifica con, inserisci il codice captcha visualizzato nel campo Digita i caratteri e premi su Continua.
A questo punto, non ti resta che verificare il tuo numero di telefono inserendo il codice di conferma ricevuto via SMS, per finalizzare la creazione dell’account. Per saperne di più su come creare un account Apple, ti rimando alla lettura del tutorial specifico che ho dedicato all’argomento.
Comprendere l’installazione delle applicazioni

Uno dei “traumi” più frequenti per chi passa da Windows a Mac è approcciare con l’installazione dei programmi (su macOS, più comunemente denominati applicazioni) che, solitamente, avviene in maniera differente rispetto a quanto accade con Windows.
Principalmente, vi sono due strade da poter seguire: scaricare le applicazioni direttamente da App Store, il “market” integrato in macOS (metodo più sicuro), oppure scaricare da Internet i file d’installazione per i vari applicativi. Ti consiglio quest’ultima operazione solo se sei certo sull’affidabilità del luogo da cui effettui il download.
Nel primo caso, devi aprire App Store (l’icona blu con la lettera A sulla barra delle applicazioni), individuare l’app tra le varie sezioni o usando il campo di testo Cerca, cliccare sul risultato desiderato e poi su Ottieni (potrebbe esserti richiesta l’autenticazione tramite password dell’Apple ID o Touch ID).
Nel secondo caso, invece, è possibile imbattersi in almeno tre tipologie differenti di file.
- File .dmg — si tratta di veri e propri pacchetti che contengono il programma. Installarli è però molto semplice: basta aprire il file .dmg scaricato e trascinare l’icona del software nella cartella Applicazioni di macOS. Dopo l’installazione, si potrà avviare l’applicazione dalla cartella Applicazioni, cliccando sull’apposita icona. A volte, insieme ai file delle applicazioni, è possibile trovare anche file di testo contenenti le istruzioni e un file dedicato alla disinstallazione automatica del software.
- File .pkg — sono contenuti a volte nei file .dmg oppure vanno scaricati separatamente. Sono simili ai file di installazione in formato .exe o .msi di Windows. Per installare un software tramite questo tipo di file, basta avviarlo e seguire la procedura guidata mostrata a schermo, che spesso consiste nel premere il pulsante Continua e utilizzare il metodo di autenticazione impostato sul Mac.
- File .app — sono i file eseguibili delle applicazioni. Solitamente sono all’interno dei pacchetti .dmg o negli archivi .zip, ma in alcuni casi potrebbero essere scaricabili singolarmente. Prima di avviarle questi file per utilizzare il software, è consigliato spostarli nella cartella Applicazioni del Mac.
Alcuni programmi, durante l’installazione, potrebbero chiedere l’acquisizione di permessi o autorizzazioni particolari da parte del sistema operativo; quando ciò accade, viene mostrato un pulsante per aprire le impostazioni di sistema, unitamente alle istruzioni eventualmente necessarie per lo sblocco dei permessi necessari.
Per disinstallare un programma dal Mac, nella maggior parte dei casi c’è una procedura molto intuitiva: è sufficiente individuare la rispettiva icona nella cartella Applicazioni del computer e spostarla nel cestino.
Per saperne di più in merito all’installazione e alla disinstallazione dei programmi su Mac, ti consiglio di prendere visione dei tutorial che ho dedicato a entrambi gli argomenti.
Usare software multipiattaforma

Il sistema operativo macOS è utilizzabile “così come è”, fin dalla sua prima installazione: esso, infatti, include un browser Web (Safari), una serie di editor di documenti integrati (come TextEdit e Pages), un riproduttore audio (Musica, ex iTunes) abbinato al servizio di streaming Apple Music, un visualizzatore ed editor di foto e PDF (Anteprima), un lettore video (QuickTime Player) e molto altro ancora.
Tuttavia, ciò non significa che sei costretto ad abbandonare i software che sei solito impiegare su Windows: molti di essi, infatti, sono disponibili anche per Mac. Fornirti una lista completa sarebbe un’impresa impossibile (l’elenco sarebbe troppo lungo), tuttavia lascia che ti indichi alcuni dei più famosi.
- Navigazione online — Google Chrome, Edge e Mozilla Firefox. I tre browser che ti ho appena menzionato possono essere installati anche su Mac e, se associati allo stesso profilo in uso su Windows (legato a un account, es. account Google o account Microsoft), possono importare automaticamente anche la cronologia, i dati per il completamento automatico dei moduli, le password salvate e numerose altre informazioni. Fai attenzione, però: nel caso di Google Chrome, il consumo di RAM e di batteria potrebbe essere molto elevato, soprattutto se confrontato a quello di Safari. I browser sono tutti gratuiti e disponibili sui siti ufficiali.
- Ufficio — LibreOffice. per la gestione dei documenti, puoi servirti della suite gratuita LibreOffice, disponibile sia per Windows che per macOS. Essa include un editor di testi (Writer), un editor di fogli di calcolo (Calc), un editor per slide e presentazioni (Impress), un editor per pubblicistica (Draw), un gestore di database (Base) e un editor per equazioni e funzioni matematiche (Math). Lo puoi trovare sul sito ufficiale. Se, invece, sei solito utilizzare Microsoft Office e non vuoi separartene, ti farà piacere sapere che la suite d’ufficio prodotta dal big di Redmond è disponibile anche per Mac, sia con licenza Microsoft 365, sia con licenza retail associata ai vari programmi che ne fanno parte. Maggiori info qui.
- Musica — Spotify. L’applicazione abbinata al celebre servizio di streaming, oltre che per Windows, è disponibile anche per macOS (sul Mac App Store, gratis con limitazioni oppure con abbonamento Premium) e funziona in modo pressoché analogo. Chiaramente, tutte le impostazioni relative all’account (preferiti, playlist ecc.) vengono trasferite automaticamente da un computer all’altro tramite Internet, subito dopo aver effettuato l’accesso.
- Video — VLC. Il celebre programma di VideoLAN, particolarmente noto per essere compatibile con la quasi totalità dei formati video (ma anche audio) esistenti, è disponibile anche per computer a marchio Apple e rappresenta un validissimo sostituto di QuickTime, molto più completo soprattutto in termini di formati di file supportati. Puoi scaricarlo gratuitamente sul sito Web di VLC.
Comprendere le abbreviazioni da tastiera

Se ami servirti delle scorciatoie da tastiera di Windows per velocizzare il tuo lavoro, è bene che tu sappia fin da subito che i tasti “speciali” di Mac sono leggermente differenti, rispetto a quelli utilizzabili sul sistema operativo prodotto da Microsoft, anche se la logica alla loro base è la stessa.
Per esempio, il tasto Ctrl di Windows lascia il posto al tasto cmd ⌘ (noto anche come command o comando) di macOS: dunque, per farti qualche esempio, le scorciatoie da tastiera per copiare (Ctrl+C), incollare (Ctrl+V) e stampare (Ctrl+P), diventano, rispettivamente, cmd+c, cmd+v e cmd+p.
Il tasto opzione ⌥ (o option oppure alt) del Mac è usato sia per richiamare alcuni caratteri speciali da tastiera, che per eseguire una serie di operazioni rapide, unitamente alla pressione del tasto cmd; quest’ultimo compito è designato anche al tasto control ⌃ (o ctrl). I tasti speciali maiuscole (shift), blocco maiuscole (caps lock) ed fn svolgono prevalentemente la medesima funzione delle rispettive controparti Windows.
Per avere un’idea delle abbreviazioni da tastiera per Mac, puoi dare uno sguardo alla pagina dedicata della guida ufficiale di Apple.
Step finale: usare l’Assistente Migrazione

Arrivato a questo punto, ti senti finalmente pronto per passare da Windows al Mac, ma l’idea di creare da zero un nuovo profilo utente, con annessi file personali, non ti entusiasma? In questo caso, puoi avvalerti di Assistente Migrazione, lo strumento ufficiale di casa Apple per la migrazione dei dati, utile indipendentemente dal fatto che si debba passare da Windows a Mac, da Mac a Mac oppure da Mac a Windows.
Per cominciare, assicurati che sia il tuo vecchio PC Windows che il nuovo con macOS siano collegati alla stessa rete Wi-Fi e che abbiano gli ultimi aggiornamenti installati (se non sai come fare, segui la mia guida su come aggiornare il PC). Inoltre, assicurati di chiudere (o meglio ancora disinstallare) OneDrive, per evitare che vengano inclusi nel trasferimento anche i file in cloud.
Per farlo su Windows 11, premi la combinazione di tasti Ctrl+Alt+Canc, clicca su Gestione attività, individua OneDrive nella lista dei programmi aperti e clicca su Termina attività. Puoi procedere analogamente anche su Windows 10; per maggiori informazioni, segui la mia guida su come disattivare OneDrive.
Adesso, accedi a questa pagina dal tuo PC Windows e clicca il pulsante Scarica, per effettuare il download dell’Assistente Migrazione compatibile con macOS Sierra e tutte le versioni successive. Apri il file .exe scaricato e procedi all’installazione seguendo le indicazioni visualizzate, ossia cliccando su Avanti, Accetto i termini del Contratto di licenza, Installa, Sì, Fine e Sì. Se ti viene chiesto di installare .NET Framework, premi su Scarica e installa questa funzionalità, dunque clicca su Sì, attendi la fine dell’installazione automatica e clicca su Chiudi.

Avvia il programma appena installato dal menu Start, clicca su Continua per due volte consecutive e, una volta apertasi la finestra con su scritto Attendo la connessione di Mac… ritorna di fronte al tuo nuovo Mac.
Sul Mac, apri l’icona App (l’icona della griglia di app nella barra Dock) e apri Assistente Migrazione cercandolo nell’apposita barra di ricerca e facendo doppio clic sulla sua icona. Premi su Continua finché non ti viene consentito di selezionare il modo in cui trasferire i dati: seleziona Da un PC Windows. Inserisci il codice visualizzato sul PC Windows e premi su Continua.
Attendi qualche minuto affinché Assistente Migrazione elabori tutti i dati che è possibile trasferire, dunque seleziona i dati da trasferire nella finestra visualizzata apponendo le apposite spunte (Musica, Immagini, Filmati, Desktop e così via) e clicca su Continua. Una volta completato il trasferimento (la cui durata varia in base all’ammontare di dati trasferiti) chiudi Assistente Migrazione sui due PC e, se necessario, accedi all’account trasferito su Mac, che avrà lo stesso nome di quello che avevi su Windows. Migrazione completata!
Come passare da Windows a Mac con Boot Camp

Come dici? Hai iniziato a usare il Mac ma non riesci ancora a fare a meno di Windows? In questo caso, può venirti in aiuto l’Assistente Boot Camp: un’applicazione inclusa “di serie” nelle versioni di macOS preinstallate sui Mac chip Intel, in grado di guidare l’utente nell’installazione di Windows su Mac.
Questa utility non è invece disponibile sui Mac dotati di chip Apple Silicon (es. chip M4): per verificare il chip in uso sul Mac, apri il menu Apple > Informazioni su questo Mac e dà un’occhiata alla dicitura corrispondente alla voce Processore. Una volta configurato Boot Camp, è possibile passare da Windows a Mac e viceversa in pochi secondi, semplicemente premendo e tenendo premuto il tasto alt oppure option in fase d’avvio del Mac.
Affinché il tutto proceda senza intoppi, è necessario che il Mac sia connesso a Internet e che il relativo disco abbia almeno 30 GB di spazio libero (in base alla versione di Windows da installare); inoltre, bisogna scaricare autonomamente l’immagine ISO di Windows e procurarsi un product key, con il quale attivare successivamente il sistema operativo di Microsoft.
Se hai un Mac con processore Apple Silicon, non puoi utilizzare in alcun modo Boot Camp, tuttavia puoi comunque installare e utilizzare Windows usando soluzioni diverse, come VMware Fusion e Parallels. Questi programmi vanno a creare su macOS delle macchine virtuali sulle quali viene installato Windows.
In questo caso, dovrai procedere scaricando l’immagine ISO di Windows, che dovrà essere l’immagine di Windows in versione ARM in quanto è la versione compatibile con i processori Apple Silicon. VMware Fusion è gratuito per uso personale e disponibile da questa pagina, mentre Parallels è un software a pagamento e nel momento in cui scrivo parte da 65,99 euro/anno.
Se sei interessato a utilizzare Windows su un Mac, sia con che senza Boot Camp, ti invito a far riferimento alla mia guida su come installare Windows su Mac, nella quale ti ho illustrato, nel dettaglio, tutti i passaggi da compiere per riuscire nell’impresa.

Autore
Salvatore Aranzulla
Salvatore Aranzulla è il blogger e divulgatore informatico più letto in Italia. Noto per aver scoperto delle vulnerabilità nei siti di Google e Microsoft. Collabora con riviste di informatica e cura la rubrica tecnologica del quotidiano Il Messaggero. È il fondatore di Aranzulla.it, uno dei trenta siti più visitati d'Italia, nel quale risponde con semplicità a migliaia di dubbi di tipo informatico. Ha pubblicato per Mondadori e Mondadori Informatica.
